Recensioni false di hotel e ristoranti sul web: arriva una legge per contrastarle
Saranno vietati i commenti anonimi, scatteranno le verifiche sulle identità e il diritto di replica
Scrivere una recensione online su un ristorante o un albergo può costare caro, più della cena o del soggiorno andati male di cui si vuole lasciare testimonianza. È quanto accaduto ad una donna de L’Aquila condannata a pagare una multa di 2mila euro e un risarcimento di altri 5mila euro per aver recensito in modo negativo su TripAdvisor il ristorante di Recanati presso cui aveva cenato. Sorte simile è capitata ad un cittadino di Ancona che si era lamentato su Facebook per il conto salato presentato da un’autofficina per la revisione della sua vettura: condannato a sei mesi di carcere (con pena sospesa) e al pagamento di un risarcimento di 10mila euro. Quello delle recensioni online, soprattutto se non veritiere, è diventato uno degli incubi di titolari di locali, specialmente ristoranti, un fenomeno che si è diffuso in modo capillare grazie ai social e che rischia di fare non pochi danni a chi gestisce un’attività. Proprio per frenare il fenomeno il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi inserito nel primo disegno di legge annuale sulle PMI (piccole e medie imprese) un’apposita bozza di normativa per contrastare e porre fine al diffuso fenomeno di lasciare commenti falsi su esperienze consumate presso ristoranti, hotel, strutture termali e altri esercizi del comparto turistico.
Una battaglia intrapresa su iniziativa del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sostenuto dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè. Anche se il percorso per l’approvazione della normativa è appena iniziato, la ministra Santanchè definisce il disegno di legge un tassello chiave a tutela delle imprese italiane: «Un altro passo importante è stato fatto sulla legalità, sulla trasparenza e sulla giustizia. Un atto molto importante per le piccole medie imprese nel settore del turismo perché le recensioni false possono decretare la vita o la morte di un ristorante o di un albergo». Con un videomessaggio diffuso sui social del suo dicastero, Santanchè spiega inoltre quali cambiamenti entreranno in vigore: «Cambierà innanzitutto che chi scrive una recensione deve essere identificato, occorre la certezza che chi recensisce abbia usufruito effettivamente dei servizi. Questo è certamente il passo principale. Oggi si possono comprare dei pacchetti di recensioni che sono assolutamente false. Questo provvedimento serve a contrastare questo fenomeno e ringrazio anche il ministro Urso perché lo abbiamo studiato insieme e insieme metteremo fine a questa pratica illegale: ci sarà più trasparenza e, soprattutto, non ci sarà una concorrenza sleale».
Ma cosa prevede il disegno di legge? Il Ddl stabilisce l’obbligo di verificare l’attendibilità della recensione in modo che i consumatori debbano provare la loro identità e l’effettivo utilizzo del servizio o del prodotto con una descrizione che deve essere “dettagliata e pertinente”: solo in questo modo si potrà rilasciare una recensione entro il termine di 15 giorni dall’esperienza. Una volta pubblicata la recensione, il titolare o il legale rappresentante della struttura valutata avrà sempre il diritto di replica e di chiedere l’eventuale cancellazione di quelle che si dimostreranno essere false, ingannevoli, non veritiere o comunque eccessive. Cancellazione applicabile anche alle recensioni lasciate da più di due anni o relative a situazioni modificate. Non solo. Il disegno di legge mira a contrastare anche la pratica della compravendita delle recensioni, anche tra imprenditori e intermediari, l’attribuzione di recensioni a prodotti o servizi diversi da quelli effettivamente valutati e la promozione o il condizionamento delle recensioni tramite incentivi al fine di promuovere una concorrenza leale ed equa. Per garantire l’identità dei recensori, la trasparenza e l’imparzialità nella gestione e dettagli utili per il contraddittorio assume un ruolo importante l’Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che avrà il compito di definire i codici di condotta per i gestori delle piattaforme online e per i soggetti attivi nella diffusione di recensioni. Saranno poi i gestori delle piattaforme a dover instaurare un sistema di verifica dell’identità dell’autore e l’autenticità del testo. Spetterà invece all’Agcm, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la vigilanza sul rispetto delle norme di legge con facoltà di sanzionare le violazioni. Per finire, le nuove disposizioni si applicheranno solamente alle recensioni future senza toccare quelle già pubblicate prima dell’entrata in vigore della legge.l © RIPRODUZIONE RISERVATA