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Il lutto

Comunità Sinti, duemila persone a Correggio per l’addio a Fiorentina Debarre

Ambra Prati
Comunità Sinti, duemila persone a Correggio per l’addio a Fiorentina Debarre

Aveva 79 anni: il marito ricoprì incarichi di rappresentanza nell’Opera Nomadi

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Correggio Duemila persone arrivate da ogni angolo della penisola: parenti, amici e conoscenti che hanno voluto rendere l’estremo omaggio a Fiorentina Debarre, detta “Riri”, figura storica per le comunità sinti che hanno messo radici nel Reggiano. “Riri” si è spenta domenica scorsa all’età di 79 anni in un letto dell’ospedale Santa Maria Nuova, dov’era ricoverata da due giorni per l’aggravarsi delle sue condizioni. Negli ultimi anni la demenza senile l’aveva colpita duramente e i familiari si sono presi cura di lei, così come lei ha fatto non soltanto per la sua numerosa progenie, ma anche per i figli e i nipoti dei fratelli, tanto che in tantissimi la chiamavano “zia”. Discendente di una di quelle famiglie storiche che hanno rappresentato i primi insediamenti stanziali sinti nel Reggiano, il marito ricoprì incarichi di rappresentanza nell’Opera Nomadi e i coniugi sono stati un punto di riferimento per l’intera comunità. “Riri” era una matriarca diventata bisnonna: lascia quattro figli, nove nipoti e quattro pronipoti, il più piccolo dei quali ha quattro anni. Chi le voleva bene la descrive come «una persona straordinaria», dal carattere socievole, sorridente e scherzoso.

«Mia madre era una persona speciale, amata da tutti: le volevano bene perché lei ha sempre aiutato chi era in difficoltà – ha detto Daniele, uno dei quattro figli –. Perciò, quando si è diffusa la notizia della sua morte, chi la conosceva è partito da Brescia, Bergamo, Bologna, Rimini, dall’intero Nord Italia. Sono arrivati a casa nostra, a Villa Seta di Cadelbosco Sopra, quasi 2mila persone». Secondo l’uso sinti, i riti di commiato con la veglia e il cibo sono durati tre giorni. Il funerale svoltosi martedì non è passato inosservato non solo per la folta partecipazione: tra la bara sollevata, i fiocchi rossi e i canti, è stata una cerimonia di quelle che si riservano a pochi. Centinaia di persone hanno seguito il corteo funebre che si è snodato fino alla chiesetta di Budrio di Correggio, dove ad attendere (fuori dalla chiesa) c’era don Daniele Simonazzi. «Conosceva mia mamma da anni, lei si era fatta promettere che sarebbe stato lui a darle l’estrema benedizione. Difatti il don ha usato parole molto belle nell’omelia», ha proseguito il figlio. Dopo un breve discorso, il feretro ha proseguito per il cimitero di Budrio di Correggio dove “Riri” riposerà accanto ai suoi cari . «Una figura storica, una persona molto dolce che rimarrà nel nostro ricordo», ha detto don Daniele Simonazzi, che al termine ha sottolineato le gravi carenze igieniche dei campi e ha lanciato un messaggio alla giunta Massari. «Vista la latitanza delle precedenti amministrazioni, la comunità sinti di Reggio Emilia attende di sapere qual è l’orientamento dell’assessore al Welfare». l © RIPRODUZIONE RISERVATA