Pfas, la replica dell’Ausl di Reggio Emilia: «Nessun allarme»
La direzione spiega che in Emilia-Romagna ha iniziato un programma di monitoraggio che coinvolge tutte le aziende sanitarie regionali
Reggio Emilia Allo studio Greenpeace, replica la Direzione dell’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia. «Il Decreto 18 del 2023, in attuazione della Direttiva Europea 2020/2184 prevede, a partire dal 2026, il monitoraggio dei PFAS, come totale PFAS limite 0,50 microgrammi/litro e come somma PFAS limite 0,1 microgrammi/litro. I PFAS sono composti che, a partire dagli anni Cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa – si legge nella nota -. La Regione Emilia-Romagna dal 2021 ha iniziato un programma di monitoraggio che coinvolge tutte le aziende sanitarie regionali. In particolare a Reggio Emilia sono stati effettuati nel corso del 2024, e saranno ripetuti nel 2025, prelievi sulla rete di distribuzione (casette dell’acqua, fontane pubbliche collegate all’acquedotto, pensile centrale di potabilizzazione, casa utente) dei 12 acquedotti della provincia superiori a 5000 abitanti e tutti i prelievi analizzati dal laboratorio ARPAE sezione di Ferrara sono risultati inferiori ai limiti stabiliti dal decreto. Non si registra quindi alcun allarme sulla potabilità dell’acqua della nostra provincia».