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L’appuntamento

Maria Enrica Puoti, l’ex pretore torna a Guastalla dopo 30 anni

Maria Enrica Puoti, l’ex pretore torna a Guastalla dopo 30 anni

Sabato 25 gennaio la presentazione nella sala dell’antico portico di Palazzo Ducale

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Reggio Emilia Maria Enrica Puoti torna a Guastalla, a oltre 30 anni da quando lasciò la pretura che diresse dal 1983 al 1993. Lo fa letterariamente, con un libro autobiografico dedicato ai suoi dieci anni di esperienza nella cittadina gonzaghesca, e lo farà di persona sabato 25 gennaio alle 16.30, quando sarà nella Sala dell’Antico Portico di Palazzo Ducale per presentarlo e dialogare con il giornalista della Gazzetta di Reggio, Jacopo Della Porta, e l’avvocato Gianluca Soliani. L’evento è promosso dalla Biblioteca Maldotti. Per molti che l’hanno conosciuta e apprezzata, sarà l’occasione per salutarla. Va detto, tuttavia, che nel corso della sua permanenza in terra reggiana si è sempre tenuta fedele alla regola di non frequentare gli abitanti del posto, su consiglio del presidente del tribunale, per evitare imbarazzi qualora se li fosse trovati di fronte in aula. Un principio di comportamento rigoroso, sul quale vale la pena riflettere, considerando che negli anni successivi nella nostra provincia sono emersi casi di uomini delle istituzioni che si sono pericolosamente avvicinati a persone appartenenti alla criminalità organizzata. Affresco sugli anni ’80 “Il pretore è una donna!” (Kairos; 180 pagine; 18 euro) offre uno sguardo sulla Guastalla degli anni Ottanta, vista da una persona proveniente da una grande città, e ripercorre vicende drammatiche, come l’uccisione di una bambina di tre anni nel 1985, oltre a tematiche ancora oggi di grande attualità, come gli infortuni sul lavoro (la dottoressa Puoti iniziò a sequestrare i cantieri quando rilevava un rischio elevato di sicurezza e questa novità provocò non poche reazioni allarmate da parte di imprenditori ma anche lavoratori che temevano di perdere il salario).

Negli ultimi anni della sua permanenza fu anche oggetto di accuse calunniose da parte di alcuni imprenditori, che poi si rivelarono del tutto infondate . L’autrice ha cambiato i nomi delle persone coinvolte e anche quello della città (Guastalla diventa Gressengo), sebbene per i residenti i riferimenti a fatti e persone dell’epoca siano facilmente riconoscibili. Per tutti gli altri, il libro consente di seguire il percorso personale di una giovane donna che decise di lasciare Roma, deludendo le aspettative della famiglia, che si aspettava che entrasse nello studio legale del fratello. Puoti ha dovuto farsi largo nella magistratura, dove le donne erano entrate per la prima volta appena vent’anni prima, affrontando un mondo spesso ancora prevalentemente maschile, come quello delle forze dell’ordine. Il risultato è un libro fresco, di facile lettura, un affresco della società italiana degli anni Ottanta. Magistrata di spessore Dopo Guastalla, la dottoressa Puoti è stata giudice del Tribunale civile di Roma (1993-1997), assistente dell’avvocata Fernanda Contri, prima donna giudice costituzionale della Repubblica (1997-2005), e docente di Diritto privato presso l’Università di Roma Tre. Ha inoltre svolto ruoli di consulenza giuridica per figure politiche di primo piano, come Emma Bonino e il ministro Giorgio La Malfa, ed è stata consigliere presso la Corte d’Appello civile di Roma, dove ha presieduto il collegio dal 2020 al 2022. La figura del pretore, abolita nel 1998, aveva funzioni giudicanti e requirenti e, in alcuni casi, anche amministrative. Si occupava di questioni civili e penali ed era un magistrato particolarmente vicino alla cittadinanza.

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