Mike Piazza difende la moglie Alicia: «Alla Reggiana ho dato oltre 10 milioni, non riconosco la mia firma su certi contratti»
In aula nell’udienza che vede la donna accusata di diffamazione per una lettera ai giornali: «Scritta per la pressione dei tifosi che volevano sapere cosa stesse accadendo»
Reggio Emilia «I Piazza hanno sempre speso tanti soldi per la Reggiana, senza essere interpellati nelle decisioni fondamentali e oggi emerge anche che si sarebbero fidati delle persone sbagliate. In tribunale a Reggio Emilia, nella tarda mattinata di mercoledì, ha fatto il suo ingresso Mike Piazza, insieme alla liquidatrice della Ac Reggiana 1919 Barbara Morini. Piazza dal 2016 al 2018 è stato azionista e poi proprietario del club granata. E’ stato chiamato a deporre per una testimonianza durata un paio d’ore in cui ha passato a raggi X il suo avvicinamento e il suo impegno nella Reggiana, davanti alla giudice Francesca Piergallini.
Il processo vede sul banco degli imputati la moglie Alicia Rickter per diffamazione, portata in tribunale dall’ex presidente della Reggiana, Stefano Compagni. Il caso riguarda più interviste rilasciate da Alicia, come vicepresidente della società, con cui, per l’accusa, avrebbe offeso la reputazione di Compagni, presidente del cda granata dall’estate 2015 al primo luglio 2016 e successivamente vicepresidente. La 52enne californiana è accusata di aver mandato una “lettera aperta” a più siti in cui parlava di «ostacoli in tutte le direzioni». Mercoledì Piazza, affiancato dall’interprete, ha risposto alle domande degli avvocati difensori di Alicia, Alessandro Simionato e Donatella Minutolo, della pm e dell’avvocato Alessandro Carrara che assiste Compagni, oltre che della giudice. La difesa ha mostrato al testimone due esempi di vari contratti che riportano la sua firma, che Piazza ha dichiarato di non riconoscere come sua. Si tratta di un contratto con la società Tetris per un campo sportivo vicino a una chiesa. Mentre l’altro documento è una sorta di accordo preliminare tra soci prima dell’acquisto della Reggiana. È stato inoltre mostrato un carteggio tra ex referenti della squadra in cui chi invia la mail scrive: “Abbiamo trovato la pepita d’oro”. Carteggio in cui Piazza non era incluso.
L’ex presidente ha poi indicato di essersi avvicinato alla Regia tramite Maurizio Franzone. Ed ha detto di avere chiesto più volte notizie sulla gestione, ma di ricevere sempre notizie rassicuranti salvo scoprire che le cose non andavano bene. «In due anni abbiamo speso più di 10 milioni di euro – spiega Piazza –. Oltre ad altri 250mila euro per spese per cui non ho mai chiesto il rimborso, anche se avrei potuto. Ho portato qui Alicia perché era l’unica persona di cui mi fidavo». Ha poi indicato di non essere stato coinvolto nell’acquisto di giocatori quali «Cesarini, Bovo e Marchi». Ha protestato per il budget di un milione di euro per la “Primavera”, «troppo per la serie C». E ha spiegato come fosse preoccupato per il «contratto con Mapei per il campo, svanito». Incalzato dall’avvocato Carrara ha spiegato come fosse presente alla due diligence in cui gli era stato spiegato «che si trattava di una buona squadra, sana. Con alcuni investimenti e tanta fortuna la squadra poteva avere successo». E sulla lettera scritta da Alicia ai giornali, Piazza parla di «una pressione dei tifosi molto elevata per sapere cosa stava succedendo e lei ha deciso di spiegarlo. L’ho letta in parte, non tutta, prima che fosse spedita. Volevo che la società tornasse come prima. Abbiamo fatto fare accertamenti su com’erano stati spesi i soldi, ovvero per tutto ma non sulla squadra».