L’incendio distrugge una villetta: «Ho temuto per i miei suoceri, fuggiti con il deambulatore»
In salvo i due anziani di 85 e 89 anni. Il genero: «E’ riuscita a portare con sé anche il cagnolino. Non so come abbiano fatto a salvarsi»
Reggio Emilia «Quando ho visto quelle lingue di fuoco uscire dalle finestre ho pensato al peggio per i miei suoceri, di 85 e 89 anni, che abitano nell’appartamento di sopra. Invece erano già davanti alla porta d’ingresso: mia suocera, che ha problemi a camminare, ha sceso le scale con il deambulatore ed è riuscita a portare con sé anche il cagnolino. Non so come abbiano fatto a salvarsi». Venerdì mattina, mentre spazzava e cercava di ripulire dal grosso incendio che ha distrutto un appartamento e fatto finire all’ospedale due anziani coniugi feriti, era ancora incredulo Massimo Lazzaretti, residente in via Abba 5. Si tratta di una villetta bifamiliare ristrutturata e risalente agli anni ’70 situata in una strada chiusa laterale di via Camurri, nel quartiere residenziale che si dipana dalla rotonda sulla via Emilia, di Pieve Modolena.
Nell’abitazione, con un cortile e un giardino, abitano «da una vita» al pianterreno Massimo e la moglie Lorenza Iotti, al piano superiore – al quale si accede da una scalinata esterna in muratura – i genitori di lei Edda ed Ademaro Iotti. «Io e mia moglie stavamo dormendo, quando siamo stati svegliati dai rumori: non dalle fiamme o dal fumo, ma da uno strano crepitio», prosegue Massimo. Erano le 5.40 quando marito e moglie sono andati fuori, hanno visto le fiamme avvolgere l’appartamento dei pensionati e hanno realizzato cosa stava succedendo. «Abbiamo chiamato i soccorsi e ci siamo precipitati su per la scala per aiutare a scendere i miei suoceri: tossivano per aver inalato il fumo, ma erano in buone condizioni». La coppia di pensionati è stata fatta salire su due ambulanze e trasportata al Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova. Nel frattempo sono arrivate sul posto tre squadre dei vigili del fuoco, che hanno impiegato fino alle 8 per spegnere l’incendio. Il rogo era talmente sviluppato ed esteso che hanno dovuto usare un’intera autobotte per riportare la situazione sotto controllo. Proprio perché l’appartamento ha bruciato per intero, l’origine del rogo è dubbia. Secondo una prima ipotesi a innescare la scintilla potrebbe essere stata una presa elettrica, visto che di notte il riscaldamento era spento e non c’erano elettrodomestici in funzione, ma per chiarire l’accaduto sarà necessario un sopralluogo successivo. «Nemmeno i pompieri hanno saputo stabilire le cause – prosegue Lazzaretti –. Occorrerà fare una stima dei danni: parliamo di migliaia di euro. Mobili bruciati, vetri polverizzati, tapparelle liquefatte: dell’appartamento non è rimasto nulla, solo le mura. In più dal piano superiore l’acqua è colata di sotto, danneggiando anche casa nostra». Arriva un conoscente pensionato («una cosa incredibile, ho saputo adesso») per chiedere come stanno Edda e Ademore. «Mia moglie è ancora là: non li vuole lasciare – prosegue il genero – I dottori dicono che rimarranno ricoverati in osservazione, ma tutto sommato è andata bene». È andata bene anche per un altro particolare: per fortuna le fiamme non hanno raggiunto i garage, dove sono parcheggiate una Megan elettrica e una Tesla nuova fiammante. «Se l’incendio avesse raggiunto le auto elettriche, avrebbe potuto esserci un’esplosione». Nonostante lo spavento e gli ingenti danni, Lazzaretti cerca di vedere il lato positivo. «L’importante è che non sia successo l’irreparabile. La casa la ricostruiremo, in qualche modo». l © RIPRODUZIONE RISERVATA