Travolta e uccisa da un’auto a Sant’Ilario. La figlia: «Vogliamo giustizia»
Il dolore dei familiari della 71enne Marta Cardenas De Martinez: «Piangiamo una nonna speciale»
Sant’Ilario «Ci siamo rivolti a un avvocato. Vogliamo giustizia per nostra madre. Vogliamo che la conducente vada in carcere per averci tolto la persona più importante della nostra famiglia». Non nasconde la rabbia e il dolore, Jacqueline, una delle figlie di Margarita Asuncion Fernandez Cardenas De Martinez, 71 anni di origine peruviana conosciuta come “Marta”, travolta e uccisa venerdì scorso nella centralissima via Roma a Sant’Ilario. «Alle 19.40 stava tornando dalla messa, era molto credente – spiega Jacqueline nell’appartamento al pianoterra di via Fornace Zunini 7 dove la 71enne viveva insieme alla famiglia della figlia –. Stava attraversando la strada a piedi per imboccare via Fornace Baistrocchi e stava parlando al telefono con mia sorella maggiore, Sherley, anche lei abitante a Sant’Ilario, quando si è sentito un urlo». Una Citroen C3, guidata da una 65enne dominicana residente in paese con a fianco la figlia, ha centrato in pieno la donna, scagliata a diversi metri di distanza: «Mia madre è stata sbalzata ed è ricaduta a tre metri di distanza davanti all’asilo Fiastri, sbattendo la testa, mentre il cellulare volato via è stato trovato dall’altra parte. La mamma era esile, pesava 50 chili e l’urto è stato violentissimo. Tra l’altro lì c’è il limite di 30 chilometri orari».
Jacqueline era a lavorare: è stata avvisata dal marito e dal padre che sono accorsi su posto, a pochi metri da casa. L’investitrice sotto choc ha accusato un malore. «Ha lasciato la figlia a parlare con i carabinieri che hanno eseguito i rilievi – racconta Jacqueline – ed è tornata dopo». All’ospedale Maggiore di Parma, dove la 71enne è stata ricoverata in Rianimazione, i medici hanno dato subito poche speranze ai familiari. Sabato pomeriggio, alle 19, la donna è morta. Margarita, originaria di Lima, viveva in Italia da decenni. «La prima a trasferirsi qui è stata Sherley: l’abbiamo seguita io e mia madre, solo di recente mio padre. A Lima sono rimasti altri due figli». Una vita di sacrifici, quella di Margarita, passata a fare le pulizie prima a Reggio, poi a Sant’Ilario. E non scevra di lutti. «Tempo fa in patria è morto un altro mio fratello, di malattia, a soli 34 anni. Mia madre è tornata a vivere a Lima, per lei è stato un duro colpo: e quando andava in chiesa, rivolgeva sempre un pensiero al figlio che aveva perso. È tornata qui, cinque anni fa, per aiutare me: adesso faceva la nonna a tempo pieno della mia bambina, che ora ha quattro anni. Era molto affezionata alla nipotina: la portava all’asilo, al parco, in paese. Sempre a piedi, non guidava». Quando ne ricorda il carattere, Jacqueline si commuove e con la voce rotta dal pianto descrive Margarita come «una persona allegra, buona, dolce, umile. Unica per noi che le volevamo bene: alla sua famiglia dava tutto, era lei la colonna portante». In buona salute, Margarita non smetteva di fare progetti: «Voleva comprare una grande casa, con diversi appartamenti, per riunire noi familiari e poter vivere tutti insieme. Ne parlava spesso, guardava le abitazioni da ristrutturare in giro. Era il suo sogno». Il funerale non è ancora stato fissato, sebbene il magistrato di turno – il pm Maria Rita Pantani, che ha aperto un fascicolo per il reato di omicidio stradale – abbia escluso l’autopsia, restituendo la salma ai familiari. Questi ultimi sono decisi ad adire alle vie legali per ottenere giustizia. «Cerchiamo testimoni dell’incidente, chi ha assistito è pregato di contattarci». Tuttavia sulla dinamica occorrerà accertare un punto fondamentale e cioè se la vittima stesse camminando sule strisce pedonali, presenti in quel punto, oppure no. Perciò i carabinieri dovranno analizzare le telecamere stradali attive nella via principale del paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA