Meteo a Reggio Emilia, tra giorni della merla e candelora le previsioni mandano in tilt la tradizione
Secondo Reggio Emilia Meteo avremo tre giorni di temperature superiori alla media, mentre il 2 febbraio torna il freddo
Reggio Emilia Se la leggenda popolare avesse un fondamento scientifico dovremmo aspettarci un prolungamento dell'inverno e ondate di gelo tardivo in primavera. Lo farebbe presagire la relativa mitezza di questa ultima settimana di gennaio. Secondo le previsioni anche i “giorni della merla”, 29, 30 e 31, saranno infatti caratterizzati da temperature sensibilmente superiori alla media e da assenza delle precipitazioni. Quindi se ne ricava un auspicio infausto, mentre potremmo sperare in una rapida conclusione della stagione fredda in caso contrario. L’antica società contadina affidava poi la conferma del pronostico al successivo 2 febbraio, il giorno della candelora, quando «dall'inverno semo fora ma se plora e tira vento dell'inverno semo dentro». Se fosse vero saremmo al contrario vicini alla svolta stagionale a causa della prevista mancanza di pioggia nella prossima domenica.
La moderna meteorologia non si azzarda a preconizzare le condizioni atmosferiche oltre i quindici giorni. Hanno un alto grado di probabilità solamente quelle che riguardano i prossimi tre, che sono proprio quelli “della merla”. Reggio Emilia Meteo prefigura per mercoledì 29 gennaio un'alternanza di sole e nuvole, con minime di 4 e massime di 12 gradi in pianura. Il tempo, poi, rimarrà sostanzialmente invariato fino a venerdì. Nel giorno della Candelora dovrebbe ricomparire la nebbia, ma non vi sarà pioggia e il termometro, pur abbassandosi a 4-8 gradi, continuerà a registrare valori termici superiori a quelli tipici della prima decade del prossimo mese.
La favola della merla è narrata in molteplici versioni. La più comune e semplice consiste nel racconto del cambiamento di colore della femmina di quell'uccello, che una volta era bianca, ma sarebbe diventata tutta grigia scura, compreso il becco, a causa della fuliggine di un comignolo in cui si era rifugiata per sfuggire al freddo. Il maschio, invece, ha il piumaggio nero e il becco giallo. La credenza che questa sia la fase culminante dell'inverno è smentita dalle statistiche, secondo le quali le temperature più rigide si misurano nella prima metà del mese. Quarant'anni fa, nel 1985, attraversammo in questo periodo uno degli inverni più freddi e nevosi della storia recente. Verso la metà di gennaio il termometro scese a 20 gradi sotto lo zero nei pressi della città e a meno 29 a Campegine. La neve, che era già comparsa in tutta la provincia prima dell'Epifania, si accumulò poi fino a sfiorare il metro d'altezza in pianura. I vialetti dei giardini pubblici vennero trasformati in piste per sci di fondo. l © RIPRODUZIONE RISERVATA