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Il caso

Affigge sulle locandine di un circo con animali la scritta «Annullato» per boicottarlo, a processo

Ambra Prati
Affigge sulle locandine di un circo con animali la scritta «Annullato» per boicottarlo, a processo

Reggio Emilia: l’animalista 46enne rischia una multa fino a mille euro

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 Reggio Emilia Affigge sulle locandine di un circo la scritta «Annullato» per protestare contro l’utilizzo degli animali negli spettacoli, riducendo l’afflusso degli spettatori e danneggiando l’incasso. Perciò un animalista reggiano di 46 anni è finito a processo per il reato di turbata libertà dell’industria e del commercio, che prevede una pena fino a due anni di reclusione e una multa da 103 a 1.032 euro. Nell’autunno 2019 fa tappa a Reggio Emilia il Maya Orfei Madagascar Circus, che monta i tendoni in via del Chionso e pubblicizza gli spettacoli con delle locandine: «Il circo più grande d’Italia con tredici record mondiali e cento animali». Senonché il responsabile del circo si accorge che sui poster promozionali una mano ignota appone la striscia “Annullato”, vanificando gli sforzi di reclamizzare lo spettacolo e attirare spettatori.

Un vero e proprio boicottaggio. Il responsabile del circo, sospettando che fosse opera di qualcuno che contesta l’utilizzo degli animali e sapendo che un determinato punto di affissione dei manifesti è coperto dalla videosorveglianza, sporge regolare denuncia in questura (questo reato è perseguibile solo su querela di parte) e la polizia risolve rapidamente l’arcano grazie alle telecamere, che la mattina dell’1 ottobre 2019 filmano l’azione di un uomo vestito di scuro – a volto scoperto e in pieno centro – che attacca le strisce ingannevoli. Interrogato in questura, il 46enne incensurato risponde solo ad alcune domande, affermando di non avere nulla contro il circo in questione («non l’ho mai sentito prima») ma di essere d’accordo con «il gesto simbolico contro l’utilizzo e la detenzione di animali negli spettacoli circensi». E osserva che spesso manifesti del genere sono affissi abusivamente, senza il timbro comunale che attesta il pagamento dell’imposta di affissione. Dopo una breve indagine, l’allora pm Giulia Stignani ottiene il rinvio a giudizio del 46enne, che deve rispondere di «aver adoperato mezzo fraudolenti per impedire e comunque turbare l’esercizio dell’attività commerciale del circo». In tribunale a Reggio Emilia è iniziato il processo a carico dell’animalista davanti al giudice monocratico Stefano Catellani. Era prevista la deposizione della parte offesa, vale a dire il legale rappresentante del circo residente nella provincia di Lecce. Ma pare che l’uomo non abbia ricevuto le notifiche a comparire ed essendo assente l’udienza è stata rinviata. Nella prossima seduta si entrerà nel vivo di una questione – quella del benessere degli animali in attività di intrattenimento – che ha fatto discutere e che in altre città, come Milano, ha dato origine a cause anche contro le amministrazioni comunali. l © RIPRODUZIONE RISERVATA