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Auguri Unimore: 850 anni tra tradizione e nuovi traguardi

Ernesto Bossù
Auguri Unimore: 850 anni tra tradizione e nuovi traguardi

Il rettore dell’ateneo di Modena e Reggio Emilia Porro: «Università chiamata ad affrontare i grandi cambiamenti in atto». Una iniziativa lunga un anno

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Reggio Emilia Una storia lunga 850 anni.

L’Università di Modena e Reggio Emilia festeggia nel 2025 una data importante: nel lontano 1175, Modena si aprì alla cultura accademica con l’arrivo di Pillio da Medicina, dottore in leggi proveniente da Bologna, che, su invito dell’élite dirigente comunale, fondò una scuola giuridica focalizzata sul diritto romano, come spiegato da un video realizzato ad hoc per l’occasione e pubblicato sul sito di UniMore.

E 850 anni dopo quell’istituzione rappresenta, per usare le parole del rettore Carlo Adolfo Porro, un’eccellenza inserita «nel panorama planetario della ricerca scientifica e tecnologica».

Unimore è oggi tra le più antiche d’Europa, oltre a rappresentare un baluardo di sapere. Oltre a Modena, nel tredicesimo secolo anche Reggio Emilia, pur senza un’istituzione universitaria ufficiale, vide l’attività di scuole giuridiche di grande prestigio, come quella guidata da Accorso da Reggio, che contribuirono a mantenere viva la tradizione di studi superiori nella regione. Nonostante la vivacità della vita universitaria, documentata dalla creazione di un Collegio dei Dottori e di una Universitas scholarium, la signoria degli Este, che si affermò progressivamente dalla fine del XIII secolo, fu artefice di una crisi che culminò nel 1391, quando la capitale degli Stati estensi spostò l’attenzione accademica a Ferrara, dando vita a un nuovo ateneo. Ciononostante Modena e Reggio non restarono prive di centri privati di studio, che continuarono a mantenere viva la cultura giuridica e la preparazione specialistica. Nel 1598, con Modena divenuta capitale del Ducato, si prospettò un progetto di riapertura dello Studium, che però si concretizzò solo nel 1682, quando il Collegio della Congregazione di San Carlo ospitò il primo anno accademico.

Fu in quel periodo che Bernardino Ramazzini, il celebre medico carpigiano fondatore della medicina del lavoro, pronunciò la prolusione inaugurale. Pochi anni dopo, nel 1685, il duca Francesco II approvò gli statuti che conferirono allo Studium il rango di università. L’Ateneo modenese iniziò ad espandere la sua offerta accademica in quattro principali aree di studio: Diritto, Teologia, Medicina e Filosofia. Modena si affermò così come un centro culturale di primaria importanza, e sebbene i tentativi di Francesco III di fondare un’istituzione universitaria a Reggio Emilia non si concretizzarono, essi rappresentarono un antecedente del modello a rete di sedi che sarebbe stato adottato secoli più tardi.

Le vicende storiche, tra cui l’occupazione francese e il periodo post-unitario, segnarono diverse fasi di interruzione e ripristino dell’Ateneo, con il ritorno degli Este nel 1814 e il successivo periodo di chiusura della Facoltà di Legge nel 1821 a seguito dei moti carbonari. L’Ateneo, però, si mantenne vivo grazie all’introduzione di nuovi istituti, e con l’Unità d’Italia, Modena affrontò nuove sfide, inclusa la distinzione tra università “maggiori” e “minori” introdotta dalla riforma del 1862. La reazione dell’Ateneo modenese a queste difficoltà fu la creazione di un consorzio cittadino che nel 1887 permise all’Università di ottenere lo status di “maggiore”, riconosciuto ufficialmente nel 1935. Il XX secolo vide l’Università di Modena attraversare eventi significativi, tra cui l’espulsione di docenti a causa delle leggi razziali fasciste nel 1938, ma anche una forte ripresa nel dopoguerra. Personalità come Giuseppe Dossetti, impegnato nella stesura della Costituzione italiana, contribuirono alla rinascita dell’Ateneo.

Nel 1998, con la creazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia (UniMoRe), si trasformò in una realtà accademica a rete di sedi, segnando un’importante evoluzione. Oggi, con 13 Dipartimenti suddivisi in 5 aree – Salute, Scienze, Società e Cultura, Tecnologia e Vita, oltre a due Scuole di Medicina e Chirurgia e Ingegneria – «l’Università che celebriamo è chiamata a interpretare e affrontare i grandi cambiamenti in atto, dal digitale alle nuove frontiere della scienza medica, dall’intelligenza artificiale alla transizione ecologica sino alle nuove interazioni tra saperi umanistici e saperi tecnologici. Temi che richiedono competenze nuove, pensieri audaci e una visione che sappia andare oltre le contingenze del presente. Con questo spirito, Unimore si prepara ad affrontare il suo prossimo capitolo, con la consapevolezza di essere custode di una storia importante e, allo stesso tempo, protagonista di un futuro tutto da scrivere», chiosa in conclusione il rettore Carlo Adolfo Porro.  

Qui sotto il video che celebra i 850 di Unimore

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