Accusati di aver ucciso il vicino, il pm fa appello: chiesto il carcere per padre e figlio
Cristian Chesi, 47 anni, e il padre Emore, 66, a ccusati di aver ucciso a sprangate Stefano Daveti
Villa Minozzo La procura chiede il carcere per Cristian Chesi, 47 anni, e il padre Emore, 66, accusati di aver ucciso a sprangate il vicino di casa. Non si accontenta, la procura di Reggio Emilia, convinta di avere in mano delle carte importanti per figlio e padre. Il sostituto procuratore Maria Rita Pantani già in ottobre aveva chiesto la misura restrittiva per entrambi sostenendo il pericolo di reiterazione del reato e quello di inquinamento delle prove; ma il gip ha disposto a gennaio gli arresti domiciliari solo per Cristian. Impugnando quella decisione, il pm Pantani ieri ha discusso l’appello davanti al tribunale del Riesame di Bologna, dove ha chiesto di nuovo il carcere per entrambi. I giudici si sono riservati, per valutare e soppesare bene gli elementi portati dall’accusa e dalla difesa. Presente l’avvocato difensore Noris Bucchi, che interpellato ha dichiarato che non intende rilasciare dichiarazioni.
L’accusa contestata a padre e figlio è omicidio volontariato aggravato dalla minorata difesa. Il 21 giugno 2024 Stefano Daveti, 63enne originario di La Spezia, litigò con Emore Chesi davanti casa e poi venne preso a sprangate dal figlio Cristian mentre si trovava in camera da letto. L’allarme venne dato in serata, troppo tardi: quando i sanitari della Croce Verde entrarono nella casa del 63enne rimasero impressionati per quello che videro. Ricoverato all’ospedale Maggiore di Parma, Daveti morì dopo tre giorni di agonia. L’indagine si basa su una serie di attività, tra cui le analisi di laboratorio sui reperti prelevati dal luogo del delitto dagli esperti del Ris di Parma, l’autopsia sul corpo del 63enne e i dati estrapolati dai telefonini e dagli strumenti informatici in possesso di padre e figlio. Da parte sua Cristian Chesi, comparso davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia dopo l’arresto, aveva preferito il silenzio, su preciso consiglio del suo legale il quale non esclude per il futuro la possibilità che il suo assistito fornisca la sua versione dei fatti, prematura in questa fase preliminare. La famiglia Daveti è tutelata dall’avvocato Andrea Lazzoni di La Spezia. l © RIPRODUZIONE RISERVATA