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Avo Reggio Emilia: da 40 anni al servizio dei malati ricoverati e fragili

Mattia Amaduzzi
Avo Reggio Emilia: da 40 anni al servizio dei malati ricoverati e fragili

Fondato nel 1984, il gruppo di volontari nel tempo è diventato testimone di storie di vita dei pazienti e dei loro famigliari

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Reggio Emilia Avo di Reggio Emilia è una organizzazione di volontariato, nata nel 1984, che opera sul territorio nelle strutture ospedaliere, socio-sanitarie e socio-assistenziali. I volontari Avo sono persone che hanno scelto di dedicare gratuitamente parte del loro tempo al servizio di chi vive situazioni di fragilità offrendo amicizia e condivisione attraverso un sorriso, uno sguardo, una semplice parola e l’ascolto. Una presenza che non si sostituisce al personale sanitario e pertanto esclude dal suo operato qualunque mansione tecnico-professionale di competenza esclusiva del personale delle strutture. L’Avo di Reggio Emilia collabora attivamente con le Istituzioni e gli Ets (Ausl Reggio Emilia, Asp Reggio Emilia, Caritas Diocesana, Csv Emilia, Avo Emilia Romagna, Federavo…), promuove la cultura della solidarietà e del volontariato nelle nuove generazioni costruendo progetti condivisi con le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie della città. Per comprendere al meglio la missione di Avo, è giusto raccontare la storia del suo fondatore, narrata sul sito dell’associazione.

ECCO COME VOTARE L’ASSOCIAZIONE DEL CUORE

«Un lamento proveniente da un letto di corsia, nell’ospedale Niguarda di Milano, attira l’attenzione di un giovane medico che sta attraversando un reparto. È l’8 dicembre 1967 e il dottor Erminio Longhini, all’epoca ricercatore universitario e facente funzioni di primario nella divisione di Medicina interna, si avvicina al letto in cui giace un’anziana signora che, con un insistente gemito, chiede un bicchiere d’acqua. Longhini è stupito dal fatto che quella semplice richiesta continui a cadere nel vuoto. “Chi se de deve occupare?”, si chiede il giovane medico. La domanda lo accompagna negli anni che seguono durante gli incontri in Associazione Fondatori Corpo Volontari, composta da un gruppo di amici uniti nell’impegno di dare vita a “qualcosa” che offrisse solidarietà e sostegno a chiunque si trovasse nel bisogno. Nel 1968 Longhini diviene primario della divisione di Medicina d’urgenza all’Ospedale di Sesto San Giovanni. Dopo qualche anno quella fatidica domanda, trova finalmente una risposta: Erminio Longhini riprende l’esperienza dell’Associazione Fondatori e, con il sostegno di quel gruppo di amici, fonda un’associazione di persone comuni, formate per occuparsi in assoluta gratuità dei degenti, pur seguiti con professionalità e responsabilità dal personale sanitario, sono spesso ricoverati in ambienti spersonalizzanti. Così, nel 1975, viene costituita a Milano l’Associazione Volontari Ospedalieri, in sigla Avo». La quintessenza del volontario di questa associazione è incarnato da Silvia Paglia, presidentessa della sezione reggiana: «Era il mese di settembre del 1993 ed avevo 18 anni quando, per la prima volta, ho indossato il camice Avo. Sono trascorsi quasi 32 anni ed ancora oggi, ogni settimana ho la possibilità di condividere istanti con chi si trova a vivere una situazione di fragilità e malattia. In rianimazione avrei dovuto essere la “volontaria jolly” e coprire i turni scoperti del sabato e invece è diventato il reparto che mi accoglie ogni sabato», racconta. Paglia, che di mestiere fa l’insegnante in una scuola dell’infanzia, ha ricoperto tutte le cariche possibili in Avo: volontaria, consigliera, segretaria, tesoriere, fino a diventare presidentessa della sezione di Reggio Emilia – questo è il suo terzo mandato –, ma in passato è stata anche presidente di Avo Emilia-Romagna.

«Essere volontaria Avo è meraviglioso – spiega –. Ogni giorno mi stupisco ancora della straordinaria umanità che il personale sanitario, dal primario all’oss, dai medici agli infermieri, sanno testimoniare: la cura che va oltre la malattia, perché diventa “prendersi cura” delle persone, non solo dei pazienti ma anche dei loro familiari. È incredibile “sentirsi parte” di un sistema di cura, fatto non solo di medicine che curano il corpo, ma di empatia che prova a curare l’anima». L’anno scorso, Avo Reggio Emilia ha festeggiato 40 anni di attività. In questo lasso di tempo, i volontari sono stati «testimoni di storie di vita dei pazienti, gli ospiti, i familiari, il personale delle strutture e anche le istituzioni. Sono stati incontri ricchi di parole oppure caratterizzati da soli silenzi o strette di mano o anche sguardi di intesa, ma sempre densi di emozioni. Una vita che, come volontari, incontriamo in ogni forma ed in ogni tempo, sia esso di sofferenza o di gioia, di malattie combattute con coraggio, di dedizione e amore per il proprio lavoro, di sogni e speranze per il futuro». I volontari di Avo, martedì 11 febbraio in occasione della Giornata mondiale del malato, doneranno alle persone ricoverate nei reparti di medicina oncologica, medicina fisica e riabilitativa, neurologia, pediatria, PS pediatrico, ambulatori pediatrici, rianimazione e hig-care le grafiche del “Sole”, accompagnate da un pensiero, che gli alunni delle scuole dell’infanzia e primarie di Reggio Emilia hanno realizzato nell’ambito del progetto “Volontari insieme A voi”. Un gesto di solidarietà verso i malati di quei reparti. l © RIPRODUZIONE RISERVATA