È morto Umberto Venturi, padre del piano regolatore che rivoluzionò Reggio Emilia
L’ex assessore comunale all’urbanistica aveva 80 anni. Il ricordo di suo figlio Marcello e di Mauro Del Bue
Reggio Emilia La città piange la morte di Umberto Venturi, ex assessore all’urbanistica del Comune di Reggio, dal’75 all’87. È scomparso un paio di giorni fa, all’età di 80 anni.
Ingegnere, professionista e urbanista, Venturi si laurea a Bologna nel 1970 con una tesi in urbanistica ed esordisce nella carriera professionale come responsabile del Piano intercomunale urbanistico del comprensorio di Reggio. In quel periodo il primo strumento urbanistico da lui firmato fu una variante al piano regolatore di Quattro Castella , che consisteva nel trasformare una area residenziale molto ampia nella fascia collinare, in area verde non edificabile, contrastando una cultura e un operare allora largamente diffusi.
La provincia di Reggio approvò convinta l’idea e insieme al sindaco di allora Baroni operarono per far si che tutti i cittadini possano oggi godere del parco di Roncolo. In quegli anni spesi sul territorio provinciale, affina la metodologia appresa da Campos Venuti e Piacentini che consiste nel non imporre modelli di intervento dall’alto, ma farli scaturire da una attenta ricognizione e una continua consultazione di soggetti pubblici e privati, alla ricerca di soluzioni equilibrate che mai sono definibili solo sulla carta. Venturi è ricordato dai reggiani, però, come lo storico assessore all’urbanistica del comune dal’75 all’87. Autore di quel piano regolatore nel 1984, approvato all’unanimità.
Questo poté realizzarsi perché Venturi «non si stancava mai di dire “la città è di tutti, non solo di chi la governa, e chi la governa ha la responsabilità di cercare tutte le strade più condivise, per la valorizzazione del bene comune”», ricorda suo figlio Marcello. Con quel piano Reggio ebbe l’opportunità’ storica di avere aree commerciali più ampie ed efficienti e attraverso le nuove tangenziali di liberare il centro storico qualificandole sue potenzialità. Attraverso il riscatto dalle servitù militari, si liberarono la caserma Zucchi, per insediare l’università, i chiostri di San Pietro e l’aeroporto. «A detta di molti seppe mediare in modo dignitoso e corretto tra interessi diversi», continua il figlio. Alla fine del suo secondo mandato, nell’87, abbandona completamente la politica per dedicarsi alla professione. Lascia la moglie Marcella, i figli Valentina e Marcello, il genero Stefano e l’adorato nipote Alessandro. Il funerale si svolgerà oggi pomeriggio, in forma privata.
Venturi viene ricordato anche da Mauro Del Bue, ex membro della Camera dei Deputati: «Sono scomparsi due amici. Uno era Tadeusz Katner, il secondo è Umberto Venturi. Lo sapevo malato da tempo. Era stato l'urbanista per eccellenza. Lo conobbi quando lavorava al comprensorio. Dal 1975 al 1987 fu assessore all'urbanistica del Comune di Reggio. Suo il piano regolatore del 1984 approvato anche dalle minoranze. Tessitore di rara efficacia fu anche dirigente dell'Unieco. A entrambi un ciao e un abbraccio alle famiglie».