«Sono di Corleone»: così il pastore Salvatore Tarantola minacciava gli agricoltori per far pascolare le sue pecore
Il 49enne siciliano da tempo residente a Brescello è accusato estorsione e sfruttamento di manodopera: i suoi operai vivevano in condizioni disumane
Brescello «Sono di Camporeale, vicino Corleone». Con questa frase, ricca di significati allusivi al super boss di Corleone, si sarebbe presentato agli imprenditori agricoli della bassa mantovana (tra San Benedetto Po, Suzzara e Motteggiana), invadendo i terreni coltivati ad erba medica con migliaia di pecore delle sue greggi, instillando da subito, nelle sue vittime, una sorta di velata intimidazione.
Secondo l’ipotesi accusatoria accolta dal gip, Salvatore Tarantola - un pastore 49enne nativo di Camporeale (Palermo) e residente a Brescello, con lun fidato collaboratore di origine romena, avrebbe distrutto con le incursioni del suo gregge i raccolti, nutrito i propri ovini e tratto indisturbato profitto, facendo pascolare i capi di bestiame per più giornate a fronte di nessun costo, provocando peraltro la diffusione di cariche parassitarie e batteriche sui terreni con rischio di infezioni «telluriche e di endoparassitosi», come certificato dall’Ats di Mantova. Le indagini, dei carabinieri della sezione operativa della compagnia di Mantova coordinate dalla Procura della Repubblica di Mantova, sono partite nel febbraio del 2023 e ora sono arrivate alla svolta, con l’arresto dell’uomo. Non sono state facili, per il clima di terrore che aveva creato.
Le intercettazioni telefoniche hanno definito poi il quadro indiziario, disvelando anche una gravissima condizione di sfruttamento illecito di lavoratori posti alle dipendenze del pastore siciliano. Tre dipendenti, formalmente assunti, sarebbero stati sottoposti a condizioni di lavoro degradanti, vivevano in alloggi fatiscenti, senza che venissero loro pagate le retribuzioni con regolarità, con orari di lavoro estenuanti – dall’alba al tramonto – senza alcun periodo di riposo, approfittando del loro stato di bisogno derivante dalle condizioni di indigenza economica e in un caso di irregolarità del territorio nazionale. Il pastore avrebbe persino razionato anche le forniture di cibo quotidiano ai tre dipendenti, scegliendone qualità e quantità senza possibilità di appello, con un budget giornaliero da lui stesso calcolato tassativamente inferiore ai 2 euro per ciascun lavoratore, lasciandoli a volte anche senza pasti per più giornate intere, obbligandoli a vivere in una roulotte priva delle più basilari condizioni di igiene e sicurezza, priva di riscaldamento e di acqua corrente, in uno stato che il gip del Tribunale di Mantova, nell’ordinanza di custodia cautelare che ha spiccato a conclusione dell’indagine, non ha tardato a definire «agghiacciante».
Il blitz è scattato nella mattina del 4 febbraio 2025: con i carabinieri della compagnia di Mantova, coadiuvati dai militari dei comandi Provinciali di Reggio Emilia e Vercelli, con il supporto dei Gruppi Carabinieri Forestale di Mantova e Modena-Reggio Emilia, del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Mantova, del Nuclei Cinofili Carabinieri di Orio al Serio (BG) e Bologna, nonché di un elicottero 13° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì-Cesena, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del pastore, indagato per estorsione plurima aggravata in concorso e sfruttamento di manodopera. Nella medesima operazione sono stati posti sotto sequestro preventivo di beni immobili e mobili – greggi comprese - per la successiva confisca, a carico dell’uomo, e sono state perquisite le abitazioni di ulteriori quattro soggetti, tra i 31 e i 37 anni, orbitanti tutti tra i territori della bassa reggiana, la bassa mantovana e Vercelli, sottoposti a indagine dalla Procura della Repubblica, nell’ambito del medesimo procedimento penale, per traffico e detenzione illecita di armi di sospetta provenienza furtiva, così come è emerso dalle intercettazioni telefoniche intercorse con il 49enne. Il pastore siciliano arrestato, dopo le formalità di rito, è stato ristretto nel carcere di Mantova.