Ausl di Reggio, le sfide del nuovo dg Fornaciari: case di comunità, piano casa per i medici, welfare aziendale per non farli andare via
Il direttore generale ha presentato la sua squadra: «Ci preoccupa il futuro»
Reggio Emilia «Faremo gioco di squadra. Una sola persona non può tenere le redini di un’azienda che è tra le più grandi in regione». Questa la premessa del nuovo direttore generale dell’Ausl reggiana Davide Fornaciari che ieri, presentandosi ufficialmente assieme alla “squadra” che lo affiancherà, ha illustrato le linee di mandato del prossimo quadriennio.
Medicina territoriale
Tra le prime azioni individuate, in continuità con la precedente gestione, il proseguire l’integrazione tra ospedali e territorio, attraverso le case di comunità, l’innovazione tecnologica, anche con l’utilizzo della telemedicina e dell’Intelligenza artificiale e una riorganizzazione del rapporto con i medici di famiglia. A questi temi si aggiunge un percorso di ascolto dei professionisti dell’azienda, che ha detto, «sono il nostro bene più prezioso», e un dialogo con i sindaci del territorio, «con cui condividiamo gli stessi obiettivi di cura delle comunità».
La novità “piano casa”
Infine l’introduzione di misure di welfare come un “Piano casa” per favorire gli operatori sanitari provenienti da fuori Reggio e reperire e fidelizzare nuovi medici e infermieri. Tutto ciò all’interno del completamento del piano investimenti da 150 milioni di euro. Un piano che riguarda il completamento del Mire, la riorganizzazione dell’ Emergenza Urgenza e le Case di Cominutà, ma anche investimenti in tecnologie e l’utilizzo di nuovi farmaci. Davide Fornaciari si è insediato lunedì scorso in via Amendola. Correggese, classe 1963, laureato in Scienze Politiche, Fornaciari ha una formazione in organizzazione e gestione dei Servizi Sanitari ed Economia sanitaria. Dal 2013 al 2016 è stato direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera Santa Maria Nuova Irccs di Reggio Emilia, per poi ricoprire lo stesso incarico al Sant’Orsola di Bologna e successivamente diventare direttore del Distretto di Correggio. Al suo fianco avrà il direttore sanitario Cinzia Gentile, il nuovo direttore amministrativo e suo ex braccio destro Gian Luca Rivi, Alberto Ravanello che dirigerà le attività sociosanitarie e il direttore dell’Attività assistenziale Andrea Boccia Zoboli. Tra le prime cose da fare, ha rimarcato il neo Direttore Generale, nel rivolgere un saluto e un ringraziamento per il lavoro svolto al suo predecessore Cristina Marchesi, «è l’avvio di un percorso per la costruzione del nuovo budget che sarà anche l’occasione per ascoltare i nostri professionisti».
Medici di base
Uno dei primi dossier che Fornaciari sarà chiamato ad affrontare riguarda il rapporto con i medici di medicina generale che dovranno essere convinti a operare in modo organizzativo diverso dal passato così come prevede il decreto ministeriale 77 che ridisegna tutta la medicina territoriale. Anche per i medici di famiglia si profila una stagione di grandi cambiamenti. «Abbiamo 16 case della comunità attive che diventeranno 26 e saranno proprio questi professionisti a doverle popolare» ha sintetizzato Fornaciari. Sullo sfondo resta infine il nodo della carenza di personale. «Oggi – ha sottolineato Fornaciari – la nostra azienda riesce per il momento a mantenere un equilibrio. Rispetto al periodo pre Covid abbiamo 50 medici, 40 infermieri e 40 operatori socio sanitari in più». La carenza di medici è in parte ridotta con il ricorso alla sanità privata convenzionata che a Reggio già assicura il 22% delle prestazioni erogate. Più complicata la situazione degli infermieri: «Ci preoccupa il futuro. Attualmente il 40% del personale è composto da persone tra i 40 e i 59 anni e molti escono e vanno nel privato», ha concluso Fornaciari. Da qui la scelta dell’Ausl di avviare un “Piano di welfare aziendale” per convincere chi partito dal Sud aveva trovato lavoro nella sanità reggiana ma ora è tentato di abbandonare Reggio diventata una città troppo cara e tornare al sud.l © RIPRODUZIONE RISERVATA