Gazzetta di Reggio

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L’operazione della Guardia di finanza

Fatture false e società cartiera. «Preoccupante il ruolo dei commercialisti: 22 coinvolti»

Ambra Prati
Fatture false e società cartiera. «Preoccupante il ruolo dei commercialisti: 22 coinvolti»

La denuncia del procuratore capo di Reggio Emilia Paci: «E’ tenuto all’obbligo di segnalazione di operazione sospetta e di verifica»

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Reggio Emilia «Il profilo più preoccupante, in questa indagine, è il ruolo fondamentale svolto dai professionisti, che non potevano non sapere. I controllori si sono trasformati in complici». Questo il commento del procuratore capo di Reggio Emilia Calogero Gaetano Paci, che insieme al colonnello della Finanza Ivan Filippo Bixio ha sottolineato la presenza nell’inchiesta di ben 22 commercialisti e contabili (ma dodici sono truffatori, cioè persone che senza alcun titolo di studio apponevano il “visto di conformità” e firme sui modelli F24) e due notai di Bologna (per le cessioni dei rami d’azienda). «Reggio Emilia era al centro di un sistema economico fondato sull’illegalità (e a farne le spese è stata la collettività, privata di risorse per i servizi pubblici) e allestito non da persone ai margini della società, ma da colletti bianchi e menti raffinate – ha dichiarato Paci –. Professionisti compiacenti iscritti all’albo o sedicenti tali avevano ben presente ciò che stavano facendo, eppure aggiravano i controlli che loro stessi avrebbero dovuto garantire».

Professionisti che non sono stati colpiti dai sequestri né da altra misura perché l’unica cosa che si sono intascati è la regolare parcella: il guadagno andava ai loro clienti, cioè all’associazione a delinquere. Eppure, ha fatto eco il colonnello Bixio, «non solo il professionista è più di altri tenuto a garantire la sicurezza del mercato, ma è anche tenuto all’obbligo di segnalazione di operazione sospetta e di verifica», perciò «sono venuti meno a obblighi deontologici». Tra questi colletti bianchi c’è un commercialista di 78 anni, residente a Parma dove aveva lo studio, noto per essere tra i dodici imputati dell’inchiesta “Grimilde bis” della Dda di Bologna, ora agli esordi, sugli ex sindaci di Brescello Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini: il 78enne è accusato di riciclaggio con l’aggravante di aver agevolato al cosca Grande Aracri. E non è il solo nominativo che riaffiora: sono dodici, in totale, i cutresi già sotto la lente degli inquirenti. L’associazione a delinquere portata alla luce non è di stampo mafioso, ha precisato Paci, «ma pure gli ’ndranghetisti usufruivano della frode» e delle fatture false, «sistema quanto mai attuale». Reggio Emilia epicentro delle frodi fiscali? «Sì, i fattori possono essere molteplici: la condizione economica florida legata a importanti aree industriali, un radicamento della criminalità organizzata che fa da detonatore economico ma anche controlli più stringenti».  © RIPRODUZIONE RISERVATA