Con il foglio rosa e ubriaco si schianta contro un albero
L’amica dietro, che era senza casco, ha riportato un danno cerebrale, provocandole un’invalidità permanente
Scandiano In piena notte, ubriaco e senza patente, ha caricato un’amica all’epoca di 16 anni, si è messo al volante di un moto non sua e si è schiantato contro un albero provocando un’invalidità permanente alla ragazzina. Uno sbaglio che è costato caro a uno scandianese – all’epoca 18enne e oggi 24enne –, che ora si ritrova al centro di due processi: uno per guida in stato di ebbrezza e l’altro per lesioni personali stradali gravi.
I fatti risalgono al 27 settembre 2020 in via Carlo Forlanini a Roncadella, una strada di campagna che conduce al cimitero della frazione di Reggio. Quella notte il giovane – che aveva il foglio rosa e che in teoria non poteva nemmeno guidare quella cilindrata –, al termine di una serata spensierata in compagnia, alle 3.20 vuole fare un giro per provare la Yamaha Aerox di proprietà di un conoscente. Lo studente, che ha bevuto, fa salire dietro senza il casco una cara amica 16enne residente in città. Ma, complice l’inesperienza, la bravata sfocia in un incidente stradale: non riuscendo a mantenere il controllo del veicolo e non essendo in grado di compiere le manovre necessarie per evitare ostacoli, il conducente sbanda, esce fuori strada, impatta contro il tronco di un albero e si ribalta in un terreno. Quando sul posto arrivano le forze dell’ordine e le ambulanze, il 18enne appare poco lucido: le analisi dei campioni di liquidi biologici stabiliranno che il tasso alcolemico è pari a 1,09 g/l. La 16enne è gravissima: ricoverata d’urgenza in ospedale, rimedia fratture multiple in tutto in corpo e soprattutto «un danno assionale diffuso». Si tratta di una lesione a carico degli assoni cerebrali (una parte delle cellule nervose) causate dell’urto al capo: detto volgarmente “stiramento del cervello”, è una patologia che può avere conseguenze molto invalidanti, tant’è che i medici stilano una prognosi di ben sei mesi e una lunga riabilitazione.
Dal punto di vista processuale la vicenda ha dato vita a due procedimenti: quello per guida in stato di ebbrezza è sfociato in un decreto di condanna penale (con la patente sospesa ancor prima d’essere consegnata) risoltosi in un’ammenda di 3.500 euro, in considerazione dell’età e della personalità dell’imputato; e un processo, apertosi ieri davanti al giudice monocratico Michela Caputo, per le lesioni gravi. L’udienza è stata subito rinviata perché nel frattempo la ragazza è stata risarcita dall’assicurazione e quindi il suo avvocato, Corrado Augusto Vacirca, ha rinunciato a costituirsi parte civile. L’avvocato dell’imputato Vera Sala (sostituita da Stefania Musi) ha chiesto l’unificazione dei due filoni per una giustizia riparativa. «Il nostro assistito è rimasto molto scosso – ha detto la difesa – Oggi studia e lavora, ha compreso la lezione e intende svolgere una messa alla prova prestando servizio in Croce Rossa».