Gazzetta di Reggio

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Un caffè con l’assessore

Carlotta Bonvicini: «La Tranvia Urbana rivoluzionerà il traffico della città»

Nicolò Valli
Carlotta Bonvicini: «La Tranvia Urbana rivoluzionerà il traffico della città»

I piani dell’assessora per un 2025 fianco a fianco al sindaco di Scandiano «Io e Matteo Nasciuti siamo pronti per il nostro viaggio di nozze in America»

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Reggio Emilia Nel 2024 è stata protagonista del “matrimonio dell’anno”, come è stata definita l’unione tra Carlotta Bonvicini, assessora alle Politiche per il clima e alla Mobilità sostenibile, e Matteo Nasciuti, primo cittadino del Comune di Scandiano. Galeotto, per così dire, fu un incontro avvenuto nel 2020 tra i banchi del Palazzo della Provincia.

Non si sbilancia troppo l’assessora quando le chiediamo se per i due c’è un futuro politico fianco a fianco, magari in Regione, ma può confermare che suo marito «è un ottimo amministratore».

Tra i piani di Carlotta Bonvicini, comunque, ora c’è il viaggio di nozze rimandato causa impegni urgenti delle due Giunte. «Il 2025 dovrebbe essere l’anno buono – dice mentre la incontriamo nella tappa della rubrica Un caffè con l’assessore, ai tavolini del bar Preo in via Vittorio Veneto–. Ci piacerebbe fare il viaggio dell’America dalla Costa Est alla Costa Ovest. Prima, però, testa ai progetti sulla città».

 

Di cosa si sta occupando, in particolare?
«Abbiamo più partite sul tavolo, a cominciare dall’aumento degli spazi verdi nei parchi cittadini, che sono circa duecento. A tal proposito, nelle prossime settimane inaugureremo la nuova piazza del Popol Giost con la presenza di alberi piantati».
 

Uno spazio che rappresenta la storia di una città che però, negli ultimi tempi, è alle prese con una situazione traffico ai limiti della sostenibilità. Cosa ne pensa?
«Ci sono orari in cui, questo è vero, la criticità è maggiore. Dal Covid è aumentata l’abitudine a usare l’auto per ogni minimo spostamento. C’è una necessità di un miglioramento e su questo ci sono diversi progetti in cantiere».

Per esempio?
«Indubbiamente i cantieri della Tangenziale hanno l’obiettivo di non far confluire in pochi punti la mobilità. Sul settore bici siamo sempre stati all’avanguardia anche grazie al Biciplan e inoltre nei prossimi mesi arriveranno in servizio i primi mezzi 100% elettrici. Il vero punto di svolta, però, ritengo possa essere la Tranvia».

A che punto siamo col progetto e qual è il piano di investimento?
«Ritengo che l’idea, migliorata e aggiornata rispetto a quello presentata in passato, possa rappresentare il vero punto di svolta. Abbiamo fatto una delibera di Giunta e ora la palla è nelle mani del Ministero, che ha un anno di tempo. La spesa si aggirerebbe intorno ai 200 milioni di euro ma i vantaggi sarebbero sostanziali».

Su Seta qual è il suo giudizio?
«Ci siamo incontrati coi vertici aziendali per un piano di rilancio che possa tutelare i lavoratori».

Lei ha anche la delega alla Protezione Civile e alla cura degli animali: come si sta muovendo in tal senso?
«L’alluvione di ottobre indubbiamente ci ha messo a dura prova ed è per questo che abbiamo stanziato 500mila euro per il gattile di Villa Cella. Abbiamo l’onere e la responsabilità di uno spazio sicuro ai nostri cani e gatti: vedremo se in quel posto o altrove».

E la food policy?
«C’è bisogno di una sensibilizzazione marcata verso una cultura culinaria differenziata. Io stesso, per dire, sono celiaca».

Lei è, insieme ai colleghi Lanfranco De Franco e Annalisa Rabitti, una delle tre superstiti della precedente Giunta. Rappresenta quindi la continuità, non trova?
«Questi anni in Comune valgono come una specie di master, sto imparando tanto. Non so cosa mi riserverà il futuro, intanto mi sto occupando di temi che sento vicini alla mia formazione (è laureata in Architettura e ha lavorato sulla Pianificazione Urbana, ndr)».

Ha il sostegno della famiglia, non è vero?
«Mio fratello vive in Norvegia e almeno una volta all’anno lo vado a trovare. Ho poi altri due fratelli più piccoli considerato che i miei genitori avevano scelto di diventare famiglia affidataria, mentre recentemente ho perso mio zio, l’urbanista Umberto Venturi. Sono reggiana doc, ma non era così scontato».

Nel senso che avrebbe potuto nascere oltr’Enza o oltre Secchia?
«No, mio nonno paterno era un casaro e di Reggio. Mi riferisco a mio nonno materno, originario della Provincia di Udine e appartenente all’Aeronautica. Ha conosciuto Reggio perché era venuto alle Reggiane per testare gli aerei delle officine Reggiane. Qualche anno dopo, è tornato a viverci».

La vediamo spesso al palaBigi per le partite della Pallacanestro Reggiana. Come mai?
«Io da ragazza ho giocato a basket. Mi piace come sport e l’atmosfera al pala è piacevole».

Nel 2025 andrà in America: ci sono altri progetti in cantiere?
«Al momento uno, ma legato al lavoro: a fine mese andrò infatti a Napoli per l’Assemblea nazionale degli eletti di Alleanza Verdi e Sinistra».