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La gnoccata perde il suo Re: il commosso addio di Ciccio Valenti

Riccardo Mandurino
La gnoccata perde il suo Re: il commosso addio di Ciccio Valenti

Il famoso conduttore radiofonico è stato re degli gnocchi per quasi 30 anni

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Guastalla «Mi mancherà tutto della gnoccata, dall’attesa ogni 3 anni a ogni singolo metro di quel meraviglioso corteo. Prima della sfilata tutti i partecipanti della carovana erano impazienti di partire, io no. Avrei voluto fermare il tempo e gustarmi ogni secondo di quel momento».

Esordisce così Giacomo "Ciccio" Valenti, conduttore radiofonico e re degli gnocchi per quasi 30 lunghi anni. La nuova edizione della gnoccata, che si terrà a Guastalla il 16-17-18 maggio, non lo vedrà più sul trono, ma il ricordo rimane vivido: «È stata una delle cose più belle della mia vita, è stato un pezzo importante della mia persona. Non credo che una cosa simile possa ricapitarmi ancora». Sono parole di amore quelle di Valenti verso i bei momenti trascorsi nella piccola città della bassa reggiana.

L’ormai ex Re Serpo, con un filo di commozione, ha uno speciale ricordo dell’esordio a Guastalla nel lontano 1996, dopo che Luciano Cavandoli andò a Radio Deejay, a Milano, per proporgli di diventare sovrano per un giorno: «Ho nel mio cuore le lacrime di mia mamma alla mia prima gnoccata quando venni acclamato dai tanti guastallesi e il sindaco mi consegnò le chiavi della città. Con Guastalla è scattato subito un amore che dura ancora».

Un legame forte che nasce dalla grande passione per il ruolo interpretato: «Questa festa non è solo goliardia. Il re rappresenta una grande storia di lotta e una cittadinanza intera. Nonostante sia guastallese d’adozione, in questi anni ho cercato di trasmettere il cuore pulsante dell’Emilia e di Guastalla durante le mie sfilate in via Gonzaga».Non ha negato nemmeno un commento alla nuova formula, che prevede un’elezione due giorni prima della sfilata: «Mi piace molto l’idea che venga scelta una persona fra dei candidati, ritengo giusto dare una sacralità a questo personaggio».

Valenti non vuole che si parli però di "abdicazione": «Non è stata una scelta mia, ma la rispetto. Mi auguro solo che il nuovo sovrano ami questa celebrazione tuffandosi dentro con tutta l’anima come ho fatto io per quasi 30 anni. Gli auguro di divertirsi tantissimo». Dopo un ricordo ai suoi amati lanceri e soldati con cui si tiene ancora in contatto, Valenti ha voluto chiudere con un aneddoto: «Un anno sono sceso dal carro dopo la sfilata del mattino con un incredibile dolore al ginocchio. Un anziano vedendomi mi diede una pasticca dicendomi, in dialetto guastallese, che avrebbe risolto tutto. Il dolore mi è passato subito, ma durante la sfilata del pomeriggio ero un in mondo tutto mio, di beatitudine. Ero felice e abbracciavo tutti - precisa con una risata -. Non so cosa fosse e non voglio nemmeno saperlo, ma mi ha detto che con quel medicinale curava l’artrosi per i cavalli». Si chiude così la grande era di Ciccio Valenti come re degli gnocchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA