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Nuove piscine comunali: il Comune prende tempo

Massimo Sesena
Nuove piscine comunali: il Comune prende tempo

Reggio Emilia: la giunta Massari restituisce la cauzione ai progettisti. Sta verificando se anche la pista di atletica possa restare dove è

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Reggio Emilia Se non sono segni di discontinuità lo diranno i prossimi mesi. Di certo, alcune mosse della giunta Massari danno l’impressione di voler archiviare una stagione per aprirne, almeno all’apparenza, una nuova. È il caso, ad esempio, di un paio di progetti della giunta precedente, che negli ultimi mesi, immediatamente dopo il passaggio di consegne tra Luca Vecchi e l’attuale primo cittadino hanno monopolizzato interi uffici comunali alle prese con interminabili brainstorming, tutti con lo stesso obiettivo: trovare il modo di fare dietrofront su due progetti di impiantistica sportiva tanto cari a Luca Vecchi e alla sua giunta.  Parliamo delle nuove piscine comunali e del nuovo stadio per l’atletica leggera. Due progetti concettualmente indipendenti, ma legati da un obiettivo comune: quello di mandare definitivamente “in pensione” la piscina comunale di via Melato e, più o meno in contemporanea, l’impianto di atletica “Camparada” che, contiguo alla piscina, ha finito per condividerne la sorte di un decadimento progressivo e inesorabile, tanto da rendere ipotizzabile la loro sostituzione con impianti nuovi.

Time-out

Difficile dire se, alla fine, questa nuova impiantistica vedrà mai la luce. Più agevole ipotizzare che se ciò accadrà, sarà comunque con un po’ di ritardo. Perché questa è la notizia di questi giorni: il Comune ha chiesto una sorta di time-out. Perché i brainstorming di cui sopra non sono finiti e una decisione definitiva non è ancora stata presa. Di certo, l’esecutivo Massari ha lasciato chiaramente intendere di non voler comprare nulla a scatola chiusa, anche se il venditore è uno fidato. Ecco quindi che il primo atto che va in qualche modo a impattare su questa partita, è una delibera di giunta pubblicata all’albo pretorio del Comune soltanto qualche giorno fa, che ridisegna il rapporto – e i tempi del medesimo – tra l’ente locale e la società spagnola Supera che nell’ultima fase dell’esecutivo Vecchi si era aggiudicata l’appalto per la costruzione e la successiva gestione del futuro centro sportivo polifunzionale. Il metodo scelto allora fu quello del project financing che in pratica cuce addosso all’impresa vincitrice anche l’abito del gestore dell’impianto stesso . Poi però, tutto si è fermato, non solo perché si è passati da un sindaco a un altro, ma soprattutto perché in questi mesi il progetto approvato dalla precedente giunta è stato passato al microscopio per vedere se era possibile ricomprendere in quel progetto anche altro.  Nella delibera si sottolinea che «è necessario valutare una variante al progetto messo a base di gara che prenda in considerazione la riqualificazione dell’area in cui attualmente si trovano gli impianti sportivi, valutando eventuali riposizionamenti delle nuove infrastrutture e di quelle esistenti nell’area, con obiettivo di rafforzare la sostenibilità ambientale ed economica».

Il progetto oggi

Il progetto prevede la realizzazione di un edificio con all’interno una piscina olimpionica coperta affiancata da una piscina più piccola, e di un’area all’aperto dove saranno collocate altre due piscine dalle dimensioni ridotte, giardino-solarium, un campo da calcio, 4 campi da padel indoor e una pista da corsa per allenamento. All’esterno sarà poi presenti parcheggi e area gioco per i bambini. Invero, nelle foto dell’area dall’alto si nota subito la vicinanza tra l’area del nuoto e quella dell’atletica.

Facciamo due conti

Qualcuno, forse con eccessiva malizia, ci legge il piano che mira a ricomprendere nella stessa area, a ovest dell’asse attrezzato di via del Partigiano, sia le piscine sia il campo d’atletica che però andrebbe comunque rifatto quasi da zero. Senza contare l’impatto che un simile maxi-cantiere potrebbe avere su una buona fetta di città. Al netto delle congetture, va detto che con una delibera come quella licenziata in questi giorni, la giunta Massari non ha sconfessato ancora niente. Semmai, si è tenuta le mani libere e – appunto – ha chiesto tempo ai progettisti spagnoli che di fronte al tergiversare di piazza Prampolini hanno scritto chiedendo almeno che venisse loro restituita la cauzione versata all’atto dell’aggiudicazione della gara. Un cifra attorno al mezzo milione di euro, che con questa delibera, il Comune ha deciso di svincolare a beneficio dei progettisti iberici. Del resto, che la costruzione ex novo di un nuovo stadio d’atletica al Campovolo non scaldi gli animi dell’attuale giunta è dimostrato dal lavoro quasi incessante degli uffici tecnici alla ricerca di una via d’uscita rispetto a quel progetto che aspetta solo di esser trasformato da definitivo a esecutivo. Una ricerca che continua ancora, come dimostra la richiesta di tempo contenuta nella delibera. Una ricerca che non può tuttavia ignorare i passi fatti finora su questa progettazione. Ad esempio non può far finta di non aver acceso un mutuo con l’Istituto di credito sportivo per 6 milioni di euro a cui vanno aggiunti 2,5 milioni di fondi regionali. Invero, tornare indietro si può, anche se probabilmente costerà il pagamento di una penale per alcune decine di migliaia di euro. Se invece si dovesse decidere che buttare tutto all’aria sarebbe poco conveniente e si decidesse invece di procedere – quantomeno con il primo dei tre stralci del progetto del campo d’atletica al Campovolo – allora non resterebbe che ultimare le procedure d’esproprio dell’area necessaria. Procedure che peraltro la precedente giunta aveva già iniziato a esperire con l’unico proprietario di quel terreno, peraltro ben disposto alla sua cessione. Un esproprio di terreno agricola che – quando la trattativa era in piedi – prevedeva da parte del Comune una spesa vicina ai 900mila euro.  © RIPRODUZIONE RISERVATA