«Crisi del centro storico? Lamentarsi non serve: teniamo aperti la domenica»
Emanuele Incerti Valli, titolare dei negozi Eiv di via Toschi: «I parcheggi? E’ solo fiacca. Caro affitti una realtà: dovrebbero tutti mettersi una mano sul cuore»
Reggio Emilia «Crisi del centro? È ora che ciascuno si prenda le proprie responsabilità, dai commercianti ai cittadini reggiani stessi». È una voce fuori dal coro quella di Emanuele Incerti Valli, titolare dei due negozi di abbigliamento Eiv di via Toschi. La sua analisi parte proprio dalla categoria di cui far parte, dalla quale si aspetta una reazione. «A me hanno insegnato che nei momenti difficili bisogna lavorare il triplo e non lamentarsi – afferma con convinzione –. E posso garantire, perché io lo faccio, che se si tiene aperto anche la domenica la gente viene. I nostri clienti, che arrivano anche da fuori provincia, sa cosa ci dicono? “È bella Reggio Emilia, una città a misura d’uomo... Però è tutto chiuso”. A tenere aperto siamo noi e pochissimi altri. Poi, mi vengono a dire che Modena è più bella... Ma non è una questione di bella o meno, è che se io abitassi fuori e decidessi di venire a fare shopping in centro e poi di restare a mangiare, cosa trovo di aperto la domenica? Prima di lamentarci dobbiamo provarle tutte. Invece, in città c’è gente che tiene chiuso due giorni e mezzo la settimana. Una cosa che succede solo a Reggio Emilia».
Quindi, per lei una delle strade da percorrere sarebbe quella di tenere più aperto?
«Non solo. Sono stato a Modena, guardo i cartelli sulle vetrine e sono tutti uguali: giovedì chiuso. Qui c’è chi tiene chiuso il lunedì, chi tiene chiuso il giovedì... Se volete rilanciare il centro, prima dovete mettervi d’accordo: stesso giorno di chiusura e domenica aperto. Stessa cosa i ristoranti: devono alternarsi nella chiusura. A Reggio Emilia dopo le 9 di sera non si riesce a prendere un caffé da nessuna parte: siamo scandalosi».
Negli ultimi tempi, è nato un gruppo di commercianti, sotto il nome di Migliorare, che si sono riuniti con l’obiettivo di rilanciare il centro storico di Reggio.
«Mi sono tenuto fuori. Quando ho detto “bisogna che iniziamo a tenere aperto la domenica”, mi hanno risposto che è un argomento che tratteremo, “tutti hanno una famiglia”. Ma scusate, perché a Parma e Modena i commercianti sono tutti single?».
Delle iniziative organizzate dal Comune e dalle associazioni di categoria, qual è la sua opinione?
«C’è chi lamenta che il Comune porta solo banchetti del mangiare. Penso che sicuramente deve allargare la visione e proporre altri mercati, cose che vanno ora, come del disco, del vintage. O il cinema in piazza Prampolini d’estate: se proietti pellicole più popolari, vedrai che la gente viene. Cna ci propone lo “Sbaracco” ma l’8 marzo, quando i saldi finiscono il 4 o il 5 marzo. Ci hanno detto che hanno scelto l’8 perché è la Festa della donna e ci sono altre iniziative: avrebbe più senso proprio per questo metterlo in un altro giorno, per spalmare di più gli eventi. E poi ho saputo che a Castelnovo Monti lo “Sbaracco” dura tre giorni, perché non anche qui? E i Mercoledì rosa? Ma perché a giugno e luglio, quando se c’è caldo la gente scappa dalla città? Meglio farli prima. Ma ribadisco: io lavoro anche la domenica. Se vogliano che il centro torni vivo, se vogliamo tenere lontano un certo degrado, bisogna che tutti facciamo la nostra parte».
Molti danno la colpa ai parcheggi. Cosa ne pensa?
«I parcheggi sono troppo lontani? Non è vero, questa si chiama fiacca. E lo dico da reggiano doc. I parcheggi scambiatori poi ti portano in minibù gratis fino in centro, ma tanti non lo sanno: bisogna farlo sapere. Poi che i parcheggi potrebbero costare un po’ meno, siamo tutti d’accordo».
Il caro affitti è un’emergenza che sente?
«Io non mi posso lamentare, ma quando cercavo per aprire, nel 2020, un locale chiuso da 10 anni mi è stato proposto a 2.400 euro al mese, più 24mila euro di fideiussione... Un proprietario che aveva ereditato e... o prendeva quelli o lo lasciava sfitto. Ora vorrei spostare il negozio di mia moglie per questione di visibilità e stessa situazione: c’è chi preferisce tenerli vuoti se non prende certe cifre. Io non chiedo un affitto gratis ma se chiedi meno puoi essere più tranquillo che un commerciante ce la faccia. Bisognerebbe che si mettessero una mano sul cuore per il bene della città».© RIPRODUZIONE RISERVATA