Il questore di Reggio Emilia: «Basta scontri tra baby gang e tifosi»
Le tensioni dopo Reggiana-Carrarese ai Petali, il timore è di vendette: «Siamo stati costretti a far rientrare subito gli uomini e a metterci in mezzo per evitare il peggio»
Reggio Emilia «Basta scontri tra baby gang e tifosi. Certi comportamenti, francamente inaccettabili, non saranno più tollerati. Soprattutto chi sarà aggressivo contro le forze dell’ordine dovrà far fronte alle conseguenze». È perentorio il questore Giuseppe Maggese, che promette una “stretta” dopo l’ultimo parapiglia avvenuto sabato scorso nel post partita Reggiana-Carrarese. Il match al Mapei Stadium pareva filato liscio. Invece dopo le 17, durante il deflusso dei tifosi, nell’area tra la Curva Sud e i Distinti, sono scoppiati ancora una volta tafferugli. A quel punto il cordone dei poliziotti in tenuta antisommossa ha evitato che si ripetesse quanto accaduto già in passato. Gli scontri hanno avuto un secondo round tra sassaiole, lancio di bottiglie e auto danneggiate. L’eco dell’accaduto ha avuto strascichi sui social, in particolare su Instagram, dove i ragazzini hanno promesso vendetta. «Magari la prossima volta ci prenderete, reggiani di m...». Un minaccioso “alla prossima” che costituisce un problema di ordine pubblico. I Petali si trovano di fianco allo stadio, dove ogni sabato c’è una partita, il che potrebbe dare adito ad ulteriori disordini. Intanto ieri il consiglio comunale ha respinto – con 9 voti favorevoli (Lega Salvini premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lista civica Tarquini) e 16 voti contrari (Pd, M5S, Europa verde-Possibile, Lista Marco Massari sindaco) – un ordine del giorno urgente, primo firmatario il consigliere Rinaldi, di solidarietà ai tifosi della Reggiana aggrediti e «misure per il contrasto alla violenza giovanile allo stadio».
La discussione non è entrata in sala Tricolore. Un fenomeno destinato a continuare?
«Non è nemmeno legato al calcio. Tra l’altro la partita era già finita e avevamo congedato metà del contingente: siamo stati costretti a far rientrare subito gli uomini e a metterci in mezzo per evitare il peggio. La situazione esiste. Il sabato pomeriggio tantissimi ragazzini vanno ai Petali, che è un luogo di aggregazione, e gli orari coincidono talvolta con quelli della partita: basta una frase per accendere la miccia e portare allo scontro le due fazioni. Poi si crea un contesto di reciproca insofferenza».
Cosa si può fare?
«La frizione sociale c’è qui come c’è altrove. Non tollereremo il ripetersi di questi episodi. L’ordine pubblico è già un fardello, se poi ci si mettono altri fattori... L’invito rivolto a tutti è di stare tranquilli e di attenersi a comportamenti civili, con l’avvertenza che chi sarà aggressivo soprattutto contro le forze dell’ordine dovrà far fronte alle conseguenze».
Vale solo per gli adulti?
«Vale per tutti. I ragazzi coinvolti sono adolescenti dai 16 anni in su: punibili, visto che non sono under 14enni, con allontanamenti, Dacur, denunce... Lo stesso invito vale per i tifosi della Reggiana: capisco che si agisce per una questione di difesa della territorialità, ma bisogna uscire da queste logiche. La tifoseria reggiana, di solito corretta, non deve rispondere ad eventuali provocazioni».
E se i ragazzini si appostano ad ogni partita? «Prenderemo le contromisure necessarie. Intanto stiamo individuando i responsabili del parapiglia: lì le telecamere sono ovunque. Siamo in piena campagna investigativa». l © RIPRODUZIONE RISERVATA