Ristorazione: assunti under 30 nella metà dei casi, ma è difficile trovarli
Nel 2024 vi era prevista la richiesta di 6.820 addetti ed esercenti, di cui il 41% di difficile reperibilità
Reggio Emilia Non bastavano il distanziamento e il confinamento imposti negli anni della pandemia. Il successivo rincaro delle bollette di luce e gas e dei generi alimentari s'è aggiunto alla ormai cronica difficoltà nel reperire la manodopera. Il risultato è che nei servizi di ristorazione il numero delle imprese continua a calare leggermente, dopo la crescita rilevata fino al 2017. Quelle registrate quell’anno nella nostra provincia dalla Camera di Commercio erano 3.141, di cui 2.722 attive. Poi la diminuzione è stata lieve ma costante. Nel 2024 si è scesi a 2.981, di cui 2.537 in attività. Ciononostante i bar e i ristoranti sono il settore che necessita di più personale e uno di quelli che maggiormente stentano a trovarlo. Nel 2024 vi era prevista la richiesta di 6.820 addetti ed esercenti, di cui il 41% di difficile reperibilità.
Comprendendo anche le strutture di tipo alberghiero si arrivava a un totale di 8.630 persone da assumere. Il fabbisogno era invece di 4.210 unità (25% quasi introvabili) nel facchinaggio, 3.350 addetti (33% in forte dubbio) nelle vendite, 3.220 (46% come prima) nei servizi di pulizia, 2.040 (31% del tutto incerti) nei servizi di segreteria e generali. La maggiore carenza, il 69%, riguardava la conduzione di automezzi, dove era irreperibile il 69% dei 1.630 autisti ricercati. La ristorazione è il settore che assume più giovani. Nel 50% dei casi offre lavoro a chi ha meno di 30 anni, nel 20% a persone di età superiore e nel 30% alle une ed alle altre indifferentemente. Le assunzioni giovanili sono limitate al 39% nelle imprese commerciali e al 31-32% nell'industria. Esistono percorsi scolastici e formativi che preparano specificamente gli studenti ad intraprendere queste professioni. L'istituto superiore Motti a tale scopo ha completamente dismesso l'antico indirizzo agrario. Nello scorso anno scolastico aveva 682 iscritti all'indirizzo professionale enogastronomico e alberghiero e 229 a quello tecnico per il turismo. Vi sono poi i corsi per la ristorazione degli enti regionali di formazione professionale. Secondo la Camera di Commercio sono proprio quelli ai quali si è rivolta la maggior parte delle offerte di lavoro, in tutto 3.340, di cui il 42% di difficile reperimento e il 65% legate all'esperienza lavorativa. Ne contano 1590 gli istituti statali tecnico-professionali come il Motti, di cui il 49% scarsamente reperibili e il 74% con esperienza. Viene attribuita un’elevata importanza ad alcune competenze fornite dalla scuola e dagli enti di formazione. Spicca fra tutte quella del lavorare in gruppo, sottolineata dall’83% delle imprese per quanto riguarda l’enogastronomia e il turismo e dal 72% per la ristorazione.
È importante però anche il saper operare in autonomia e con flessibilità. La conoscenza delle lingue straniere e dell'informatica è apprezzata rispettivamente dal 57% e dal 51%, ma è allo stesso livello la capacità di comunicare in lingua italiana (45% e 51%). In tutti i settori il reperimento del personale è stato difficoltoso per la metà delle persone assunte, il 50,4% nella nostra provincia contro il 50,6% in regione e il 47,8% in Italia. Lo si deve alla mancanza di candidati nel 33% dei casi (34,2% in Emilia-Romagna e 31,2% nella penisola), alla preparazione inadeguata nel 13,2% e ad altri motivi nel 4,2%. Non veniva richiesta esperienza nel 39,3% delle assunzioni. La nostra provincia non brilla per la qualità dei contratti di lavoro. Sono solo il 73,6% quelli con assunzione diretta dalle imprese, contro una media regionale del 79,7% e nazionale dell'83,3%. Peraltro quelli a tempo indeterminato arrivano al 20,8% rispetto al 17,7% e al 18,6%. Gli assunti non sono formalmente dipendenti nel 26,4% dei casi, contro il 20,3% del dato regionale e il 16,7% nazionale. Le offerte di lavoro sono in maggioranza (50,7%) indifferenziate, ma per il 33,1% sono rivolte esclusivamente ai maschi e per il 16,2% alle femmine. l © RIPRODUZIONE RISERVATA