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L’assessore Pasini: «Mai più un’altra Inalca tra scuole e abitazioni»

Massimo Sesena
L’assessore Pasini: «Mai più un’altra Inalca tra scuole e abitazioni»

Dopo l’incendio il Comune di Reggio Emilia al lavoro per la delocalizzazione degli stabilimenti

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Reggio Emilia Un dibattito, quello sul volto futuro di Reggio, che la cronaca di tutti i giorni spinge fuori dalla discussione tecnica sulle carte topografiche. In particolare, proprio in queste settimane, a scompaginare le carte, ci ha pensato il furioso incendio che mandato in cenere uno stabilimento e un maxi-magazzino di stoccaggio. Cosa sorgerà sulle ceneri dell’Inalca e di Quanta Stock &Go? È certamente presto per fare pronostici ma almeno già adesso, mentre ancora si fanno i conti sul lascito non gradito di quelle fiamme, una eventualità è già stata esclusa. «Lo ha già detto il sindaco in Sala del Tricolore – chiarisce l’assessore Pasini – in quell’area non ci sarà più un insediamento industriale». Un tema, quello della nuova vocazione che dovrà giocoforza avere quell’area, che verrà affrontato una volta definitivamente chiusa la fase emergenziale.

«Quello che è accaduto – sottolinea senza mezzi termini Pasini – è stato un disastro, soprattutto per le dimensioni e per tutta una serie di effetti che ha avuto. Anche per questo, ogni passo sul futuro della zona verrà condiviso e discusso con coloro che in questa zona ci vivono». «Al Tondo – ricorda l’assessore – ci ho vissuto a lungo, e ricordo nitidamente quando si doveva convivere con gli odori che arrivavano dal macello dell’allora Acm-Asso». Poi l’assessore sottolinea anche l’altro aspetto su cui il Comune, assieme ad altri soggetti sarà chiamato presto a lavorare, ovvero l’individuazione di un eventuale nuovo sito produttivo. «Sicuramente – spiega Pasini – rendendosi necessaria la delocalizzazione del sito produttivo, si dovrà avviare una ricerca per collocare il nuovo insediamento e questo dovrà ovviamente avvenire seguendo quegli accorgimenti necessari a far sì che diventi il più improbabile possibile il ripetersi di un evento con cui ancora oggi stiamo facendo i conti». Invero, in questa partita, il Comune non è l’unico player e in particolare, in gioco entrerà presto la società di leasing proprietaria del terreno, subentrata nel 2016, dopo la chiusura di Unipeg, un tempo proprietaria dell’area di via Due Canali.

I soci di questa società di leasing proprietaria dell’area sono il Ccfs, un tempo considerata la “cassaforte” della cooperazione reggiana, e la Sarda Leasing, società di leasing del Gruppo bancario Bper. Il contratto di leasing stipulato tra il conduttore (la società Sirio di cui fanno parte con partecipazioni diverse Inalca, Quanta Stock & Go, ovvero le aziende degli stabilimenti andati distrutti, oltre a Coopservice e l’immobiliare Focus di Transcoop) e il proprietario (Ccfs e Sarda Leasing), stipulato nel 2016 prevede una durata di 18 anni, al termine dei quali il conduttore può diventare il proprietario, oppure decidere di lasciare il tutto nelle disponibilità della società di leasing. A prescindere dai vincoli societari della proprietà del terreno, il tema dell’individuazione di un nuovo sito produttivo si porrà, ad esempio per Quanta Stock & Go che si è messa da subito alla ricerca di un magazzino che su una superficie di circa 10mila metri quadri garantisca i tre diversi gradi di conservazione delle derrate alimentari di Cirfood. Discorso diverso quello che riguarda lo stabilimento di Inalca, per il quale il gruppo Cremonini ha da subito provveduto a spostare la produzione sugli altri suoi stabilimenti. Determinato a rimanere sul territorio reggiano si è da subito detto Quanta Stock, lo stabilimento di lavorazione, conservazione e logistica legato all’attività del Gruppo Cir e delle sue mense che – tra scuole, ospedali e insediamenti industriali – coprono tutto il nord Italia. Oggi a Bologna il primo incontro tra i sindacati, comune, provincia e Regione. © RIPRODUZIONE RISERVATA