Gazzetta di Reggio

Reggio

Fauna Sicura 2025

Caccia, maxi controlli dei Carabinieri Forestali: oltre 500 verifiche e sanzioni per violazioni su distanze, appostamenti e annotazioni

Caccia, maxi controlli dei Carabinieri Forestali: oltre 500 verifiche e sanzioni per violazioni su distanze, appostamenti e annotazioni

Gli accertamenti nelle province di Modena e Reggio Emilia: scattano sanzioni per oltre 4mila euro

3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Si è conclusa nelle scorse settimane l’operazione Fauna Sicura 2025, una vasta campagna di controlli venatori condotta dai Carabinieri Forestali in tutta l’Emilia-Romagna. Le verifiche, che hanno coinvolto i 73 Nuclei Forestali dell’Arma operanti in ambiente montano, collinare e di pianura, hanno portato all’effettuazione di 555 controlli, di cui 127 nelle province di Modena e Reggio Emilia. Complessivamente, sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 4.000 euro.


Violazioni accertate e sanzioni

Le infrazioni contestate riguardano principalmente violazioni alla legge regionale 8/1994, tra cui mancata registrazione della giornata venatoria sul tesserino regionale; omissione della rimozione degli appostamenti temporanei e dei materiali utilizzati per la caccia, tra cui richiami e stampi; mancato rispetto delle distanze di sicurezza da abitazioni, immobili e fabbricati durante l’attività venatoria. Data l’ampiezza e la varietà del territorio regionale, i controlli sono stati modulati in base alle caratteristiche ambientali e faunistiche delle diverse aree.


Tutela dell’avifauna nelle zone umide

Nelle zone umide, come fiumi, paludi e lagune, i controlli si sono concentrati sul contrasto a pratiche venatorie non consentite ai danni dell’ornitofauna migratoria e stanziale, con particolare attenzione agli anatidi (oche, anatre e altre specie legate agli habitat palustri). Questi ambienti rivestono un’importanza ecologica cruciale, poiché fungono da aree di svernamento e punti di sosta lungo le rotte migratorie di numerose specie di uccelli. La loro protezione è garantita da normative internazionali, tra cui la Convenzione di Ramsar del 1971 e le Direttive UE “Habitat” e “Uccelli”.


Contrasto alla caccia illegale in Appennino

Nei territori dell’alto Appennino, i militari hanno focalizzato l’attenzione sulle pratiche di bracconaggio, come l’uso di richiami elettroacustici e reti da uccellagione, strumenti vietati perché favoriscono la cattura massiva di uccelli migratori. Sono stati eseguiti numerosi controlli presso gli appostamenti fissi di caccia, nonché verifiche sugli operatori che esercitavano l’attività venatoria in forma vagante.


Controlli sul prelievo degli ungulati e gestione della PSA

Un’attenzione particolare è stata riservata al prelievo venatorio degli ungulati, con verifiche sulle squadre di cacciatori impegnate nelle battute di caccia al cinghiale. In particolare, i Carabinieri Forestali hanno monitorato le modalità di caccia collettiva alla “braccata” e alla “girata”. La caccia alla braccata è vietata nelle “Zone di Restrizione” per la Peste Suina Africana (PSA), una misura necessaria per contenere la diffusione del virus tra la fauna selvatica. I controlli hanno riguardato anche gli abbattimenti di cinghiali previsti dai piani di contenimento e depopolamento della specie, un’attività fondamentale per limitare la propagazione della malattia sul territorio regionale. L’operazione Fauna Sicura 2025 conferma l’impegno dei Carabinieri Forestali nella tutela dell’ambiente e della fauna, attraverso un’attività costante di vigilanza e repressione delle irregolarità in ambito venatorio.