Incendio Inalca, raccolta fondi dei cittadini per gli esami sui frammenti di amianto ritrovati
Reggio Emilia: prima forte iniziativa del Comitato Amianto Zero nato per volontà dei residenti
Reggio Emilia «Stiamo raccogliendo fondi per commissionare le nostre analisi sui frammenti di amianto ritrovati dopo il rogo all’Inalca». Si è appena costituito, ma è già sul piede di guerra il Comitato Amianto Zero, i cui componenti sabato pomeriggio, nei locali adiacenti alla parrocchia di San Paolo, hanno assegnato le varie cariche. Erano presenti volti noti in città per le battaglie civiche, oltre a persone residenti nei pressi dell’Inalca. Il comitato è presieduto da Michele Lagano (anche portavoce e responsabile eventi), già noto per la battaglia contro l’installazione delle antenne Srb. Il vice è Stefano Ferrari, di Reggio Emilia Ripuliamoci, mentre Andrea Cocan si occuperà della segreteria e del coordinamento, così come Monica Garbellini è stata scelta come tesoriere e referente per le donazioni. Tra i referenti del comitato, che ha condotto l’evento di presentazione di ieri, c’è Gino Rossi, noto per le sue battaglie contro la criminalità che dilaga nella zona della stazione, di cui era residente. Tra i consiglieri si ritrovano, poi, Roberto Benelli (Reggio Emilia Ripuliamoci), Edmondo Camurani, il residente a poche decine di metri dall’Inalca, Ettore Maestri, che ancora ieri ha rilevato amianto sulla tettoia di casa. Significativa, poi, la presenza di Davide Vasconi, referente dell’associazione famigliari e vittime dell’amianto, il quale ha dichiarato come «l’asilo, nelle vicinanze del rogo, sarebbe stato da chiudere. Così come avrei evacuato le vie vicine. Adesso dobbiamo agire da sindacato dei cittadini: la qualità della vita nel quartiere dov’è divampato l’incendio è drasticamente peggiorata. Dobbiamo agire in modo che l’amministrazione comunale senta il fiato sul collo. Non vogliamo essere dimenticati».
Vasconi ha inoltre indicato come «il sindaco, all’incontro all’Arci Pigal, abbia parlato da medico, non da sindaco. Il comitato ha una prateria davanti a sè: noi andremo a colmare un vuoto» Un residente ha poi evidenziato il ruolo strategico degli amministratori di condominio e di aver provveduto perché sia attuato un accertamento tecnico preventivo. Ettore Maestri propone «un lockdown, anche di mezza giornata, per chiudere la viabilità di via Cisalpina e della pista ciclabile della stessa strada. Ieri l’altro ho trovato anche in via Due Canali, di fianco al parco del centro sociale La Fornace, vicino al tribunale, frammenti di amianto. Perché hanno consentito il passaggio di persone? Ancora oggi (ieri per chi legge, ndr) ho trovato amianto sulla mia tettoia. Il Comune, inoltre, mi dice che i balconi sono già stati controllati quando a me hanno detto che Iren “in quota” non va».
Gino Rossi specifica che il Comitato Amianto Zero nasce «dalla necessità di rispondere agli interrogativi sempre più persistenti dei cittadini della zona di via Due Canali. Lo scopo è chiedere all’amministrazione quali sono le procedure per la bonifica e lo smaltimento dell’amianto. È un diritto dei cittadini, così com’è utile sapere quali sistemi si stanno usando e cosa si sta spruzzando sui resti di amianto. Quali garanzie ci può dare il Comune per la salute dei residenti di quell’area? Che garanzie abbiamo che non siamo ancora esposti alle polveri di amianto? Quando verranno ripristinate le normali condizioni di sicurezza? Lo scopo è anche avere un filo diretto con le istituzioni. Abbiamo avuto molta difficoltà di comunicazione con l’ente pubblico: le risposte sono state evasive e accusatorie verso i cittadini che si sono sentiti narrare una storia in cui l’aria respirata sembra quella di montagna...». «Avvieremo raccolte fondi per finanziare le analisi che vogliamo portare avanti per avere una evidenza dei danni ambientali sulla salute – rimarca Rossi –. Analizzeremo i materiali ritrovati al suolo, sui balconi e nelle aree private vicine. Quello che ci preme è che la salute dei cittadini venga prima di tutto con la bonifica e il ripristino in sicurezza dei luoghi dell’incendio».