Gazzetta di Reggio

Reggio

L’intervista al tatuatore

«In Skin Art Tattoo porto i clienti nella bellezza dello stile realistico»

Sara Masi e Samanta Hila*
«In Skin Art Tattoo porto i clienti nella bellezza dello stile realistico»

Il 25enne Kevin De Santis è il titolare dello studio di via Gramsci a Scandiano

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A 25 anni Kevin De Santis è titolare dello studio di tatuaggi “Skin Art Tattoo” di Scandiano, che ha aperto nel 2018. In questa intervista ha condiviso con noi quella che finora è stata la sua esperienza personale nel settore e di com’è stato avere una apprendista nel proprio studio.

Che scuola hai frequentato per arrivare a questa professione?

«Non ho frequentato nessuna scuola inerente all’arte dei tatuaggi in quanto ho scoperto dopo questa mia passione, però ho seguito vari corsi che mi hanno permesso di specializzarmi nello stile realistico».

È lo stile che preferisci?

«Sì, mi piace il fatto di vedere un immagine impressa sulla pelle come se fosse una fotografia stampata. Prima ho frequentato il corso igienico sanitario per tatuatori, obbligatorio per legge, e successivamente ho seguito un secondo corso a Milano, dove mi sono specializzato nello stile realistico».

Lavori da solo o in team?

«Momentaneamente sono da solo».

Come è nata questa tua passione?

«È nata principalmente dal disegno e grazie ad un mio amico, che mi ha aiutato e mi ha spronato a trasformare la mia passione in lavoro. Ad un certo punto ho deciso di buttarmi e provare, aprendo la mia attività».

Hai un artista che ti ha ispirato particolarmente?

«Sì, Mirko Ponti, ma anche il mio amico Andrea: sono le mie fonti principali di ispirazione per quanto riguarda lo stile realistico».

Raccontaci della prima volta che hai tatuato.

«Se ci ripenso posso descriverla come un’esperienza bella e brutta allo stesso tempo perché pensavo che se avessi sbagliato avrei rovinato la pelle di una persona a vita. Sono stato contento solo a tatuaggio finito».

Qual è stata la tua creazione più significativa finora ?

«Un Joker perché rappresenta il caos tra un’instabilità mentale e la società esterna in cui ti ritrovi».

Ti sei mai rifiutato di fare un tatuaggio e, se sì, perché?

«Sì, molte volte. Perché alcune richieste non hanno molto senso dal mio punto di vista, come quelle di minorenni che chiedono tatuaggi sul collo o anziani che vogliono tatuarsi bestemmie sulla pancia».

Hai mai avuto esperienza con degli apprendisti?

«Sì, una di alternanza scuola-lavoro».

E com’è stato formare una persona giovane che non aveva esperienza nel mestiere?

«Non è stato semplice, dato che io non ho avuto un maestro è stato complicato per me insegnare le cose che so fare io, soprattutto con il limite del contratto scuola-lavoro che permette di tatuare solo su pelle sintetica».

Ne accoglieresti altri di apprendisti?

«Sì, ma in un futuro».

Hai mai partecipato a delle convention di tatuaggi?

«Sì, l’ultima è stata fatta ad ottobre 2024. Sono esperienze molto belle che ti permettono di imparare un sacco di cose nuove».

Cosa consiglieresti a qualcuno che si vuole tatuare per la prima volta?

«Ovviamente, intanto, di non fare qualcosa di particolarmente grosso. Poi di dedicare un tatuaggio magari ad un suo familiare dato che sarebbe una scelta che non perde di significato. Questo lo dico perché un tatuaggio ti può facilmente stancare ma è una cosa che ti rimane per tutta la vita».

Perché le persone dovrebbero scegliere di venirsi a tatuare in studio da te ?

«Perché è uno studio molto professionale in cui il cliente viene seguito passo dopo passo dal progetto fino alla cura del tatuaggio».

Come vedi il futuro del settore dei tatuaggi?

«In forte crescita, non mi terrorizza il fatto della robotica perché non potrà mai sostituire la mano d’opera».l

*Studentesse del Motti

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