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Incendio Inalca: il parco deve ancora essere bonificato ma ci vanno i nonni con i bimbi

Massimo Sesena
Incendio Inalca: il parco deve ancora essere bonificato ma ci vanno i nonni con i bimbi

Alcuni cittadini hanno spostato le transenne per entrare nel parco chiuso che potrebbe contenere scarti e resti del rogo dello stabilimento di via Due Canali

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Reggio Emilia I cartelli di divieto ci sono, le transenne pure, ma allo stesso modo, incurante di tutto ciò, c’è chi sposta la transenna ed entra nel Parco della Resistenza, mano nella mano con il nipotino da far divertire un po’ su e giù per lo scivolo. Che per la cronaca è chiuso, perché in queste settimane è diventato potenzialmente un deposito di scarti e resti dello spaventoso rogo che ha distrutto in una notte lo stabilimento Inalca e il magazzino di Quanta Stock & Go.

Impossibile non notare l’oceano che divide due comportamenti uno agli antipodi dell’altro. Da un lato, le preoccupazioni comprensibili di chi teme che non sia stato fatto abbastanza per scongiurare tutti i rischi che un incendio come quello dell’Inalca può causare; dall’altro comportamenti come quelli documentati ieri pomeriggio dalle foto della Gazzetta. In mezzo ci sono le istituzioni che devono garantire la sicurezza dei cittadini e – nel caso specifico – non hanno mai interrotto il dialogo con la cittadinanza che è andato di pari passo con le operazioni di bonifica che proprio in questi giorni stanno entrando nel vivo.

I lavori di bonifica in quel pezzo del quartiere che è appunto l’area verde che va sotto il nome di Parco della Resistenza (che qualcuno evidentemente ha inteso come resistenza ai divieti) inizieranno giovedì e non saranno semplici. La scelta di Ausl, Arpae e Comune è quella di andare in profondità, sostituendo il primo strato di terreno, in modo da scongiurare anche il minimo rischio di infiltrazioni nocive.

Intanto, proseguono le operazioni di bonifica sia attorno alle due aziende (con il Comune e Iren in prima linea in queste operazioni) sia all’interno di quello che una volta era il perimetro dello stabilimento dei due insediamenti industriali: una operazione, questa, che Inalca e Quanta hanno affidato a una ditta specializzata in emergenze di questo tipo. Si tratta di smaltire in tempi rapidi tutta la carne che non è andata bruciata nell’incendio.

Ieri poi, spiega una nota diffusa dal Comune «dopo alcuni giorni di preparazione dell’area cortiliva preventivamente trattata con le sostanze idonee ad evitare la dispersione delle polveri ha avuto inizio il trattamento in loco dell’amianto, presente nell’edificio condotto da Inalca per lavorazione di carni fresche, con un processo tecnologico di “incapsulamento”, propedeutico al trasferimento per lo smaltimento definitivo».

Poi giovedì toccherà alla bonifica del parco. A questo proposito, il Comune ha messo a punto un volantino esplicativo che diffonderà nel quartiere per dare alcune informazioni ai cittadini che in questi giorni, allarmati, hanno chiesto spiegazioni su ciò che trovavano per terra o sui balconi di casa.

«Dalle analisi fatte sulle segnalazioni – si legge nel volantino - sono state ritrovate due tipologie di materiali: residui di combustione neri e leggeri e privi di amianto, simili a materiali parzialmente bruciati che si possono trovare in qualsiasi incendio (Tipo A). Questa tipologia – dice sempre il volantino messo a punto dal Comune – corrisponde alla maggior parte dei ritrovamenti; Ma sono stati trovati anche «frammenti di cemento amianto di colore grigio chiaro (a volte nerastro ma solo su un lato, quello che è stato a contatto con la fiamma) che ricordano il classico “eternit”, della dimensione di 2-4 centimetri (Tipo B). Questa tipologia è stata individuata in un’area molto ristretta e in pochissimi casi.

Se si trovano detriti di Tipo A (primo caso) nelle proprie aree private (balconi, davanzali, cortili, ecc.), i frammenti possono essere rimossi in autonomia e smaltiti nel normale rifiuto indifferenziato.

Se viene ritrovato materiale di Tipo B (secondo caso) o insieme di Tipo A e B, è corretto segnalarlo al Centro operativo comunale (Coc), allegando una foto e specificando la posizione. Se si trovano: in area pubblica o in giardini di facile accesso verrà attivata immediatamente la ditta specializzata per la rimozione. In aree private di non immediato accesso per operatori esterni (ad esempio balconi e davanzali), è necessario contattare il Centro operativo comunale che provvederà, attraverso la Protezione civile, a consegnare un kit per la rimozione in piena sicurezza.

Dopo la rimozione di eventuali frammenti da balconi o cortili, è consigliato il lavaggio ad umido delle superfici; per il consumo di prodotti da orto, è sufficiente l’accurato lavaggio prima del consumo. Il Centro operativo comunale (Coc) è contattabile al numero di telefono 0522.4000 o tramite e-mail: cocreggioemilia@comune.re.it