Gazzetta di Reggio

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«L’amicizia rende ogni battaglia meno solitaria, più viva, concreta»

Amanda Rocchi*
«L’amicizia rende ogni battaglia meno solitaria, più viva, concreta»

La 18enne Darcy Scognamiglio racconta la sua militanza in Lab AQ16

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«Per chi non lo conoscesse il Lab AQ16 è nato nel 1997 come “Aquarius” a Roncadella, per poi spostarsi nel 2002 dove si trova ancora oggi, nell’ex Foro Boario di Reggio Emilia. È uno spazio nato e cresciuto come impronta studentesca in cui creiamo collettivamente autonomia e lotta alla repressione». A parlare è Darcy Scognamiglio, studentessa 18enne del liceo Chierici di Reggio Emilia che, dopo scuola, frequenta il Lab AQ16. In questa intervista racconta cosa significa essere una militante e di come «l’amicizia con i compagni restituisca quella dimensione umana che rende ogni battaglia meno solitaria, più concreta, più viva».

Cosa vuol dire per te essere una militante?

«Essere militante significa fare assemblea, sostenere e curarsi dello spazio e di chi lo frequenta, agire ovunque ce ne sia bisogno, scendere in piazza rivendicando i propri valori consapevoli del rischio di subire repressioni di qualsiasi tipo. Militanza significa anche interessarsi al proprio bagaglio culturale non smettendo mai di informarsi, studiare le politiche sociali passate e attuali per trovare il modo in cui i nostri ideali riescono a prendere strada verso il cambiamento».

Come fai a far conciliare scuola, militanza e vita privata?

«La militanza è un impegno che porta via tanto tempo perché la partecipazione è continua. Essere una studentessa militante e mantenere una vita privata soddisfacente è molto difficile: richiede dedizione, impegno e costanza. Penso però che, chi come me crede davvero nella lotta, la forza per affrontare questa difficoltà la trova. È vero anche che, personalmente, dopo quattro anni ho imparato a gestire il mio tempo in modo migliore perché l’organizzazione è alla base di tutto».

Ci sono esperienze che ti hanno segnato più di altre?

«A maggio 2023 ho prestato il mio aiuto in Romagna, dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio diverse aree della nostra Regione. Questa esperienza mi ha segnata sotto molti punti di vista. Certo mi ha portato della stanchezza fisica ma la parte devastante è stata vedere i luoghi di vita e di lavoro delle vittime danneggiati o completamente distrutti. Sono venuta a conoscenza di un anziano, rimasto vedovo poco tempo prima, che durante l’alluvione ha visto la casa dove aveva vissuto con la moglie tutta la vita, i suoi vestiti e ogni suo ricordo legato a lei andare in frantumi nel giro di pochi giorni. Questo tipo di avvenimenti ti fanno capire quanto le vite delle persone vengano colpite ogni giorno in modo irrimediabile da problemi spesso ignorati da chi avrebbe il potere di cambiare le cose. Ciò che porta noi militanti ad avere la forza di far sentire la propria voce è, in primo luogo, la tristezza e la delusione di sapere e vedere gli effettivi danni fisici e psicologici provocati da pochi che si riversano su molti».

Con che canzone descriveresti le sensazioni che ti trasmette la militanza?

«Vanchiglia di Errico Canta Male e Cattivi maestri degli Assalti Frontali, entrambe canzoni significative che mi trasmettono rabbia, coraggio e dedizione verso le battaglie che portiamo avanti».

Qual è la tua valvola di svago?

«Ciò che mi sprona ad andare avanti e mi alleggerisce le giornate è sicuramente l’amicizia nata con i compagni. Perché il nostro legame è qualcosa di profondo e radicato, un legame che va oltre il semplice stare insieme: si fonda su un impegno comune verso la lotta politica, una visione condivisa di cambiamento e giustizia. Essere compagni non significa solo lottare fianco a fianco, ma anche sostenersi nei momenti difficili, crescere insieme, e affrontare le sfide quotidiane con la consapevolezza che siamo una comunità che combatte per un futuro migliore.

La militanza è un po’ la nostra lingua comune, la forza che ci unisce, ma l’amicizia restituisce quella dimensione umana che rende ogni battaglia meno solitaria, più concreta, più viva».

*Studentessa del liceo Chierici