Dall’atletica leggera all’Esercito italiano: il giuramento di Francesco Fantuzzi
Nato a Reggio Emilia, ha 20 anni ha frequentato l’istituto tecnico superiore Blaise Pascal
Reggio Emilia Tra i 224 allievi ufficiali del 206° Corso “Dignità”, che ieri mattina – nella storica cornice del cortile d’onore del Palazzo Ducale di Modena, sede dell’Accademia Militare –, hanno prestato solenne giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana c’era anche un reggiano, l’allievo ufficiale Francesco Fantuzzi. Nato a Reggio Emilia, dove vive da sempre, ha 20 anni e un fratello maggiore. Ha frequentato l’istituto tecnico superiore Blaise Pascal, indirizzo relazioni internazionali per il marketing, e da quando ha cinque anni pratica atletica leggera: «È la passione della mia vita e sono grato di poterla coltivare anche all’interno delle mura dell’Accademia Militare».
Qual è stato il momento più significativo della sua esperienza fino ad oggi?
«Sicuramente il giorno in cui ho messo piede per la prima volta nel cortile d’onore, all’interno del Palazzo Ducale, dove ogni mattina gli Allievi Ufficiali partecipano alla cerimonia dell’alzabandiera. Tuttora fatico a descrivere a parole cosa abbia provato la prima volta che ho visto issare il Tricolore, ed è senza dubbio un momento che non scorderò mai».
Quali valori ritiene più importanti per un ufficiale dell’Esercito e come pensa di incarnarli nel suo futuro ruolo?
«Credo che alcuni dei valori indispensabili per un ufficiale dell’Esercito siano la disciplina, la leadership, la dialettica e soprattutto la capacità di motivare le persone che ci circondano. L’abilità di saper comunicare al personale con cui si lavora è un requisito fondamentale per un comandante, e sono grato di avere ottimi esempi all’interno di questo istituto».
Cosa significa giurare fedeltà alla Repubblica italiana? Il giuramento rappresenta un punto di arrivo o un nuovo inizio?
«Il giuramento segna un punto di svolta nella mia vita e vedo questo traguardo come il principio di un percorso che da anni sogno di intraprendere. Credo fermamente che giurare fedeltà alla Repubblica italiana e al tricolore sia un privilegio che pochi miei coetanei possono vantare: sono felice di affermare che i sacrifici e gli sforzi compiuti finora sono ripagati».
Com’è la vita sociale in Accademia? Quanto è importante il rapporto con i commilitoni per affrontare le difficoltà?
«La vita sociale al primo anno è sicuramente vincolata da una serie di restrizioni, necessarie per poter formare mentalmente e fisicamente i nuovi allievi dell’Accademia Militare. Nonostante questo, l’amalgama che si forma all’interno del corso e delle singole compagnie sono lo strumento più forte che abbiamo. Sento di poter dire con convinzione che senza i miei colleghi il percorso da noi intrapreso sarebbe estremamente più arduo».
Quanto è stato difficile allontanarsi dalla sua città di origine e dagli affetti per entrare in Accademia? Come ha affrontato questa sfida?
«Non nasconderò che i primi mesi trascorsi all’interno dell’istituto di formazione sono stati molto duri. Ritengo però che l’allontanamento dal comfort familiare sia indispensabile per la crescita perché spinge a sviluppare autonomia, resilienza e capacità di adattamento. Affrontare nuove sfide senza il costante supporto della famiglia permette di maturare, prendere decisioni in modo indipendente e costruire la propria identità. Solo uscendo dalla zona di comfort si acquisiscono competenze fondamentali per la vita adulta».
Durante le fasi concorsuali quali difficoltà ha incontrato e come le ha superate?
«La prova concorsuale in cui ho riscontrato maggiore difficoltà è stata l’esame orale di matematica. Per vari mesi ho dedicato le mie giornate interamente alla preparazione fisica e allo studio in vista delle prove selettive e ammetto di aver dovuto sacrificare molto tempo ed energie ma sono felice di aver superato questa sfida, che mi ha permesso di testare la mia autodisciplina e comprendere realmente quanto volessi far parte della grande famiglia dell’Esercito Italiano».
Quali caratteristiche e qualità pensa siano necessarie per affrontare al meglio questa esperienza?
«Mentirei dicendo che questo percorso è adatto a tutti. Per diventare un Allievo Ufficiale è richiesto un cambio radicale nello stile di vita oltre a una notevole resistenza fisica e mentale: solamente chi è disposto a dedicare la propria vita alla Patria e alla collettività può pensare di intraprendere questo cammino».