Incendio Inalca, il Comitato Amianto Zero: «A distanza di un mese continuiamo a trovare residui»
E’ quanto scoperto durante un’operazione di pulizia in via Morandi: «Bisogna estendere il perimetro della bonifica»
Reggio Emilia A distanza di quasi un mese dal mega rogo all’Inalca, l’area industriale di via Due Canali che aveva un tetto in amianto, si continuano a trovare frammenti anche a distanza di un chilometro. Lo fa sapere il Comitato Amianto Zero, che lancia un appello: «È necessario che le autorità competenti estendano le operazioni di bonifica ben oltre il perimetro attualmente considerato e che forniscano indicazioni chiare e univoche alla popolazione».
Sabato scorso la brigata San Prospero, uno dei gruppi operativi di ReggioEmiliaRipuliamoci, si è data appuntamento in via Morandi per una delle consuete operazioni di pulizia del territorio. Quello che doveva essere un classico pomeriggio dedicato alla raccolta dei rifiuti abbandonati si è trasformato in una sgradita scoperta. «Oltre ai consueti rifiuti urbani, abbiamo tirato su numerosi "regalini piovuti dal cielo": tutta roba che è arrivata qui dall’incendio dello stabilimento. A un mese dal rogo, continuiamo a trovare e rimuovere qualunque cosa in zona».
I volontari sono preoccupati per i loro ritrovamenti e anche meravigliati dal fatto che «siamo a un chilometro dall’epicentro dell’incendio». «Alcuni di questi residui saranno sicuramente stati classificati come non pericolosi dal Comune e dall’Arpae, ma non possiamo accettarli come normali o ignorarli», insiste Stefano Ferrari, presidente fondatore di ReggioEmiliaRipuliamoci e vice presidente del Comitato Amianto Zero. «Noi come sempre siamo presenti sul territorio, ma il Comune di Reggio ha realmente presente la situazione e la vastità delle conseguenze?».
Ferrari segnala come, nonostante le recenti piogge che avrebbero dovuto contribuire a dilavare parte dei residui, i frammenti piovuti dal cielo in seguito alla prima esplosione sono ancora ampiamente presenti in tutto il quartiere. «Residui che contribuiscono sicuramente a peggiorare la qualità del suolo – rimarca –. Aree private, tetti, parchi pubblici. In ogni dove c’è amianto e la situazione è ancora più preoccupante se ci aggiungiamo il mix micidiale di scarsa consapevolezza da parte dei cittadini e minimizzazione dei potenziali rischi da parte dell’amministrazione comunale».
Il Comitato Amianto Zero ribadisce l’urgenza di «un intervento sistematico e professionale in tutte le aree potenzialmente contaminate e di una campagna informativa sulla pericolosità dei materiali dispersi, che non sono ancora stati catalogati. Il Comune non può continuare a ignorare e minimizzare le conseguenze di questo atroce disastro e non possiamo lasciare che i cittadini, per mancanza di informazioni o sottovalutazione del problema, continuino a vivere a stretto contatto con le fibre di amianto e altri materiali contaminanti». Il comitato continuerà la sua attività di monitoraggio e segnalazione, invitando tutti i cittadini a segnalare frammenti sospetti senza tentare di rimuoverli in autonomia. © RIPRODUZIONE RISERVATA