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Il processo

Accusato di maltrattamenti, la moglie lo scagiona: «Dalla morte di nostra figlia ha perso la testa»

Ambra Prati
Accusato di maltrattamenti, la moglie lo scagiona: «Dalla morte di nostra figlia ha perso la testa»

Reggio Emilia: l’uomo è stato assolto grazie alle parole della donna che ha raccontato la perdita della bambina dopo il parto

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Reggio Emilia Per tre mesi è stata umiliata dal marito, finito a processo per maltrattamenti in famiglia aggravati. Ma davanti al giudice la donna ha scagionato il coniuge, spiegando che quella vita domestica a dir poco travagliata è stata limitata nel tempo ed è stata causata dal terribile lutto che ha colpito la coppia con effetti devastanti: la loro prima figlia, infatti, è morta il giorno dopo il parto all’ospedale Santa Maria Nuova. Il gip Luca Ramponi nei giorni scorsi ha tenuto conto del “perdono” della moglie e, considerando che l’uomo ha già trascorso tre mesi in carcere, ha ritenuto il contrappasso sufficiente e ha assolto l’imputato per non aver commesso il fatto. I protagonisti di questa vicenda sono una italiana di 42 anni e un 39enne di origine marocchina residenti in città. Lei ha avuto altri due figli da una precedente relazione ed è stato proprio il maggiore dei figli a rivelare alle forze dell’ordine che la mamma veniva maltrattata dal patrigno, con scenate quasi quotidiane. Ricevuta questa segnalazione è scattato il Codice Rosso, la corsia preferenziale che impone all’autorità giudiziaria di agire nel giro di pochi giorni per tutelare le vittime di violenza di genere. In un primo tempo l’uomo è stato colpito dal divieto di avvicinamento a lei e alla casa familiare; avendolo violato, la misura è stata in seguito aggravata con la detenzione. Nel frattempo l’iter giudiziario è andato avanti fino all’udienza preliminare che doveva decidere l’eventuale rinvio a giudizio per il reato di maltrattamenti.

Dal giugno al 2 settembre 2024, per tre mesi, il 39enne avrebbe sottoposto la moglie a costanti vessazioni fisiche e morali anche alla presenza dei figli minorenni, denigrandola, offendendola e minacciandola; in una occasione ha addirittura minacciato di sfregiarla con un frammento di vetro. Ma è a questo punto che la 42enne, che non si è mai costituita parte civile, ha voluto spezzare una lancia a favore dell’uomo. Tramite il suo avvocato Greta Musto (studio Pisanello), la donna ha scritto una lunga memoria in cui ha ripercorso la loro relazione. La moglie ha spiegato che il rapporto si è incrinato a seguito della drammatica perdita della loro figlia: il dolore è stato tale che i litigi e gli scontri sono diventati all’ordine del giorno, tanto che avevano deciso di lasciarsi. Tuttavia lui non era mai stato violento prima di quel dolore e non lo è stato nemmeno dopo quando, dopo aver elaborato il lutto, la coppia è tornata a vivere insieme, ritrovando almeno in parte la serenità. Perciò la 42enne ha chiesto comprensione, affermando che da parte sua riteneva superato quel tremendo periodo. Anche l’avvocato difensore del 39enne, Helmut Bartolini, ha sostenuto l’assoluzione, adducendo motivi di carattere tecnico giuridico di certo meno toccanti rispetto alla presa di posizione di lei. © RIPRODUZIONE RISERVATA