Ora i ladri rubano al bar passando per la grata sul marciapiede
Nel mirino di Piccadilly di viale Umberto I: la banda in azione due volte in una notte, ma l’allarme mette in fuga i malviventi quando puntavano alle slot
Reggio Emilia I ladri suonano sempre due volte. Potrebbe essere questo il titolo dell’ennesimo furto notturno ai danni del bar Piccadilly, all’angolo tra viale Umberto I e viale dei Mille, dove i malviventi (due quelli filmati dalle telecamere interne dell’attività commerciale, non si esclude che ci fosse un terzo a fare da “palo”) sono tornati due volte nella stessa notte perché si erano “dimenticati” di scassinare le macchinette della sala slot. L’allarme antintrusione del locale è scattato alle 4.40, svegliando la titolare cinese. «È stata mia figlia a chiamare i carabinieri, mentre io mi precipitavo al bar», racconta Xia Jingjing detta Giulia, che ha rilevato l’attività l’anno scorso. Sul posto i ladri si erano già volatilizzati e la donna ha trovato i carabinieri della Sezione Radiomobile, intenti al sopralluogo. Non è stato facile, per i militari, capire da dove fossero entrati i malviventi; un prezioso aiuto è stato fornito dalle immagini di videosorveglianza, che hanno svelato come i colpi in realtà fossero stati due.
Alle 2, due individui hanno alzato lo sfiatatoio metallico situato sul marciapiede sul lato del bar che dà sulla circonvallazione, protetti alla vista dei passanti dalla fila di auto parcheggiate regolarmente sul marciapiede vista la penuria di parcheggi. Con un piede di porco hanno alzato lo sfiatatoio e si sono calati nel vano cieco, a servizio del piano interrato, proprio di fianco alla finestra – protetta da una grata – del bagno cieco. Con una grossa cesoia (lasciata su una conduttura) hanno tagliato e piegato parte dell’inferriata della grata quel tanto che bastava per ricavare un piccolo pertugio. Da lì sono passati per entrare nello stretto bagno e, dopo aver forzato due porte di legno (quella del bagno e quella dell’antibagno), i ladri sono entrati nell’ampia sala sotto il bar. All’angolo della sala, proprio sopra la porta dell’antibagno, è posizionata una telecamera: i malviventi dovevano esserne al corrente, perché dal filmato si vede che si calano i cappucci sulla testa, camuffando il volto anche con delle mascherine chirurgiche. Uno dei due è vestito di nero, l’altro ha un abbigliamento particolare: pantaloni mimetici, felpa nera con le maniche arancioni. Salita la scala che porta al pian terreno, ovvero al bar, i due facendosi luce con una torcia sono rimasti a lungo dietro al bancone, frugando sia lì sia nella cucina. «Ho trovato in disordine tutto, anche in cucina, ma hanno arraffato solo i soldi, lasciando ad esempio i Gratta & Vinci esposti – spiega Giulia –. Hanno aperto il registratore di cassa, con cento euro per il resto, e hanno portato via di peso il cassetto sottostante, dove c’era un sacchetto di plastica con 400 euro in monetine: avevo svuotato l’incasso delle slot».
La banda è poi scappata facendo a ritroso lo stesso percorso acrobatico. Questa prima intrusione non ha avuto conseguenze perché, come precisa la barista, «l’allarme è presente unicamente nella saletta delle macchinette, che tra l’altro erano vuote».
Ma alle 4.40 c’è stato il bis. I malviventi, forse ritenendo che la refurtiva fosse esigua o forse tranquilli per il fatto che il colpo non era stato scoperto, sono tornati di nuovo: stesso tragitto, stessi movimenti (camminano piegati per timore di essere ripresi), senonché mentre uno armeggia accanto alle slot meditando come forzarle («guardi, nel bagno ho trovato un coltello e le mie forbici completamente piegate»), scatta l’allarme. I due a mani vuote si danno a precipitosa fuga; nella fretta dimenticano le cesoie mentre il piede di porco cade sul fondo, sul pavimento del vano insieme ai pezzi d’inferriata segati. Un secondo raid non soltanto infruttuoso ma pure rischioso. Ora i filmati, consegnati ai carabinieri, saranno analizzati alla ricerca di elementi per individuare i responsabili. l
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