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Il caso

Processo a Daniele Franci. Il papà dell’ex stagista abusato «Gli affidammo nostro figlio»

Ambra Prati
Processo a Daniele Franci. Il papà dell’ex stagista abusato «Gli affidammo nostro figlio»

La testimonianza nel processo a carico dell’ex direttore del Centro Etoile

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Reggio Emilia «A Daniele Franci abbiamo affidato nostro figlio. Non avrei mai pensato che potesse succedere quello che è successo». È stata molto dolorosa,  in tribunale a Reggio Emilia, la testimonianza di un padre di 62 anni. Suo figlio (tutelato dall’avvocato Maria Vittoria Marceddu) è il giovane reggiano che per un anno ha alloggiato come stagista nella villa sede del Centro Teatrale Europeo Etoile di Pieve (oggi gestito da altri): il primo a sporgere denuncia (nell’aprile 2021) contro l’allora direttore Daniele Franci, scoperchiando una serie di abusi sessuali. «Questa cosa per la mia famiglia è stata devastante – ha detto il papà molto provato – Mio figlio ha patito e ancora oggi ne porta i segni». Il padre ha parlato delle aspirazioni di farsi strada nel mondo dello spettacolo del suo ragazzo e della fiducia tradita. Non è sceso nei particolari, il padre, «perché mio figlio si è confidato soprattutto con la mamma. A me fa troppo male».

Dopo la prima udienza del giugno scorso, con una nuova composizione del collegio di giudici (presidente Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Francesco Panchieri), è entrato nel vivo il processo a carico di Daniele Franci, 46 anni, il guru del teatro accusato da dodici (tre dei quali all’epoca minorenni, solo dieci si sono costituiti parte civile) ex allievi di un reato pesantissimo: violenza sessuale pluriaggravata (dall’età delle vittime e dalla loro inferiorità psicologica, dall’abuso di autorità e dalla relazione di servizio per il ruolo di docente dell’imputato). Accuse che Franci – oggi libero e sempre presente in aula accanto ai suoi avvocati prendendo appunti – ha sempre negato con forza. Un’ottantina i testimoni che sfileranno, tra i quali qualche nome eccellente, mentre sono stati esclusi gli ex allievi: le loro deposizioni, raccolte in sede di incidente probatorio, sono confluite agli atti e sarebbe inutile sottoporli a un ulteriore tormento.

Nell’udienza fiume di mercoledì (durata dalle 9.30 alle 17.30) si è iniziato dai testimoni dell’accusa, il pm Denise Panoutsopoulos: parte dei carabinieri che, guidati dal capitano Walter Crescentini, hanno svolto le attività investigative, le perquisizioni (a casa di Franci e in Etile) nonché l’analisi delle telefonate e dei messaggi intercorsi tra gli ex allievi e il maestro. Gli avvocati difensori dell’imputato, Giulio Garuti e Gabriele Riatti, sono stati molto agguerriti nel controesame. «Nelle chat tra il nostro assistito e le parti offese, chat successive ai presunti episodi di violenza, non c’è nessun riscontro, nessuna parola di rabbia o di risentimento – ha detto il professor Garuti – Gli ex allievi continuavano a mandare messaggi a Franci: ad esempio un ragazzo, che secondo l’accusa sarebbe stato violentato a gennaio 2016, a dicembre scrive “buon compleanno carissimo Daniele” con l’emoticon di un bacio e un cuore. Così come nelle perquisizioni non è stato trovato nulla». È stata poi la volta dei primi testimoni delle parti civili rappresentati dagli avvocati Margherita La Francesca di Varese (sei ragazzi, abusati anche in tournée), Marco Scarpati (due minorenni), Nicola Massimo Tarquinio di Taranto (uno) e l’avvocato Marceddu. Per La Francesca tre ragazze dei corsi di teatro hanno confermato che Franci aveva «i suoi preferiti» e che li invitava in camera anche a tarda ora. © RIPRODUZIONE RISERVATA