Scuola di Marmirolo, spunta la prima grazie a due gemelli: ecco come sono andate le cose
Reggio Emilia: resta il nodo del tempo pieno ancora in poche scuole del territorio della città
Reggio Emilia Alla fine, la scuola elementare di Marmirolo avrà la sua classe prima anche per il prossimo anno scolastico. E alla fine – come il deus ex machina delle tragedie greche che, calato dall’alto a sbrogliare una trama che s’era fatta troppo intricata, mandava a casa gli spettatori contenti – il merito va a... due gemellini a cui magari un giorno intitoleranno pure la scuola. Sono loro che, andando a iscriversi, ben oltre la zona Cesarini, alla prima di Marmirolo hanno portato il numero di alunni al “magic number”, quel 14 necessario per poter allestire una classe prima. Potremmo battezzarlo il paradosso di Marmirolo. Magari non passerà alla storia come i paradossi di Zenone, ma è un fatto che il termine “paradosso” è la chiave per capire come sia potuto accadere che una serie infinita di errori, negligenze, sciatterie e sottovalutazioni, abbia alla fine prodotto un risultato positivo. Perché questa è la storia di una svista lunga mesi, una svista come tante, troppe capitano e quasi sempre soltanto a certe frazioni lontane di Reggio. Marmirolo, di queste sviste ai suoi danni potrebbe mostrare una collezione. E l’ultima svista poteva costare cara alla frazione di Marmirolo, sul punto fino a l’altro ieri di dover rinunciare, nel prossimo anno, alla prima elementare. Poi alla fine, nonostante un rosario di perdite di tempo, giravolte di parole, a settembre, Marmirolo avrà i suoi remigini. E saranno 14, il numero giusto per partire.
Il paradosso – dicevo – è fatto dagli innumerevoli inciampi, attraverso i quali, inspiegabilmente, si è giunti al risultato sperato. La doccia fredda Tutto ha inizio a gennaio, quando in tutte le scuole si apre la stagione degli Open Day e delle pre-iscrizioni. Non sono tanti, ma sono entusiasti: sono i genitori che, uscendo dall’Open Day alla media Einstein (dove vengono illustrate, in via Gattalupa, tutte le opportunità che offrono le scuole del comprensorio) sono rimasti colpiti dall’offerta formativa della scuola elementare di Marmirolo: l’importanza della sostenibilità ambientale, l’oasi naturalistico del Wwf a due passi e soprattutto la possibilità di tempo prolungato. Tutto bellissimo... Fino alla doccia freccia. Il terrore corre sul filo del telefono. Ok, i fili non ci sono più, ma allo stesso modo, la telefonata che le dodici famiglie hanno ricevuto dalla dirigente scolastica di cui fa parte la scuola di Marmirolo aveva tutti i crismi della doccia gelata: la prima di Marmirolo, con 12 bambini soltanto, non si può fare.
Nervi tesi in maggioranza
Apriti cielo. Ci risiamo. E siamo sempre a Marmirolo, lo stesso posto dove, in pieno Covid, scoppiò un’altra furibonda polemica, quella volta per i lavori della materna parrocchiale, il “serbatoio” delle Elementari della frazione. Era l’estate del 2020 e a settembre, dopo il trauma globale del lockdown, i bambini della Materna non avevano la loro scuola, inagibile del 2017. Il Comune, in quel caso, gestì la situazione prendendo in affitto i locali della materna per poterli poi – da affittuario – effettuare la ristrutturazione che la Parrocchia non era in grado di fare. E ora, dopo le nubi sulla materna, il fortunale che s’abbatte sulle elementari. È il sequel di un incubo che aveva scelto come scenografia quel lembo di campagna dove abita l’ex sindaco Luca Vecchi e dove ha casa anche Davide Prandi, assessore della giunta guidata dal successore di Vecchi, Marco Massari. Il caso vuole che l’assessore Prandi, oltre ad avere figli che frequentano la scuola suddetta, abbia anche tra le sue deleghe, la Cura dei quartieri e delle frazioni, la partecipazione. Temi che suonano come beffardi, di fronte a questa storia della prima di Marmirolo che non si può fare, che non ha i numeri. E non a caso, quando la vicenda si fa strada e dal chiuso della frazione arriva in municipio, la tensione sale. In giunta, dove di fronte alla prima, incauta, mossa dell’assessora alla scuola Marwa Mahmoud che si limita, in prima battuta a una presa d’atto della situazione, il suo collega Davide Prandi non trattiene il proprio disappunto. E nella stessa maggioranza, con il Circolo Pd Reggio 6 che prende posizione chiedendo di riaprire (ma forse è più corretto dire aprire...) il caso. Il gruppo consiliare del Pd porta il caso in Sala del Tricolore, affronta il sarcasmo delle opposizioni e sotto le balconate piene di genitori della scuola, l’assessora Mahmoud abbandona il paravento del latinismo dura lex sed lex e arriva persino a paventare l’idea di chiedere una deroga al provveditorato regionale. Una deroga che adesso arriverà, perché i bambini da iscrivere sono 14. E tutto senza che l’assessora abbia toccato palla.
In principio era il kaos
Problema risolto? A Marmirolo forse, ma il Grande Timoniere, se capitasse da queste parti non potrebbe che uscirsene con il suo grande classico: «C’è grande confusione sotto il cielo, la situazione è ottimale». Aforisma che calza a pennello perché a favorire la “resurrezione” di Marmirolo sarebbero state – a quanto pare – le conseguenze di una assenza di governo, da parte dell’amministrazione comunale su tutto il plesso. Per capire come sia stato possibile che Marmirolo, ancorché in extremis abbia a settembre la sua classe prima occorre partire dalla provenienza dei due gemelli che hanno portato gli alunni di questa classe da 12 a 14. Il padre dei due gemelli aveva inizialmente iscritto i bambini alla Primaria di Gavasseto. A questa scuola primaria, al momento della chiusura delle iscrizioni, risultavano 27 bambini. Troppo pochi per due classi, decisamente troppi per una sola. Poi però, si sono iscritti, obtorto collo anche i dodici “sfrattati” da Marmirolo. E i bambini sono così saliti a 39, abbastanza per formare due classi, ma troppi, per garantire a quanti ne avevano fatto richiesta l’accesso al tempo prolungato. Da qui la scelta dei genitori dei due gemelli di revocare l’iscrizione a Gavasseto e portarli invece a Marmirolo. Adesso, mentre manca soltanto l’ufficialità della riapertura della classe prima a Marmirolo, la situazione nel plesso Einstein è la seguente: A Gavasseto ci sarebbero 25 bambini, a Bagno – dove con i fondi di Pnrr è in costruzione una mensa, gli iscritti sarebbero 27. Peccato che proprio Bagno non preveda il tempo prolungato. A San Maurizio, alla scuola primaria Ariosto, sette iscritti sono troppo pochi anche per chiedere una deroga e questi potrebbero già essere stati “dirottati” in un’altra scuola.
Il nodo del tempo pieno
Risiko delle classi a parte, il problema che reclama ancora una soluzione a Reggio Emilia è soprattutto quello della carenza di classi a tempo pieno. Del resto – come è emerso anche nel dibattito in Sala del Tricolore – il tempo prolungato e le scuole a tempo pieno sono una richiesta crescente da parte dei reggiani. Una carenza, un gap, questo delle classi a tempo pieno rispetto alla crescente domanda che deve essere rivisto dopo che di fatto la Regione ha cristallizzato una situazione ormai datata, secondo la quale Reggio ha meno classi a tempo pieno di quante non ne abbiano invece le vicine Parma e Modena. E quello è certamente un campo in cui l’assessora Mamohud può cimentarsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA