Gazzetta di Reggio

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Ferrari regina reggiana di scherma «Voglio restituire ciò che ho avuto»

Ferrari  regina reggiana di scherma «Voglio restituire ciò che ho avuto»

La schermitrice è campionessa nazionale a squadre di spada

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Leonardo Sabattini*

«Ho cominciato scherma a 7 anni per puro caso. Quando regalarono a mia mamma il libro sulle Olimpiadi di Atlanta 1996, ricordo che ogni volta che lo sfogliavo mi soffermavo sulle pagine dedicate a questa disciplina». A parlare è Marta Ferrari, schermitrice professionista reggiana dell’Aeronautica Militare, che si allena nella sala d’armi dell’Ama Koala e, dopo avere conseguito diversi titoli, tra cui, nel 2013, quello di campionessa d’Europa U23, lo scorso anno è diventata campionessa nazionale a squadre di spada.

Allenamenti quotidiani

«Ho iniziato ad allenarmi in una palestra molto angusta sotto il Mirabello a Reggio Emilia e la scherma mi è piaciuta da subito, tant’è che poi non ho più smesso – racconta l’atleta –. È più o meno da quando faccio le medie che mi alleno tutti i giorni. A scuola in palestra veniva data la possibilità a chi era bravo di allenarsi con il gruppo dei più grandi e, finite le superiori, avendo libera anche la mattina, mi allenavo anche due volte al giorno. Nel periodo in cui mi sono allenata maggiormente sono arrivata perfino a otto allenamenti la settimana, tre la mattina e cinque il pomeriggio. Ora come ora mi alleno solo una volta al giorno tutti i giorni per circa tre ore».

La conciliazione

Organizzarsi con scherma e impegni però non è così semplice, come ci racconta lei stessa. «Finché facevo l’università dovevo incastrare gli allenamenti con lo studio, mentre ora con il lavoro. Non è per nulla facile. Quando ti alleni tanto il corpo richiede del riposo, e riuscire a conciliare la stanchezza con le scadenze da rispettare è molto difficile. Ciò vuol dire che bisogna rinunciare a tante cose. Io è da quando ho finito le superiori che ho messo la scherma come priorità, poiché per me è fondamentale. A 19 anni poi è diventata anche il mio lavoro quando sono entrata in Aeronautica».

«La passione si evolve»

La scherma occupa però solo una parte della vita della campionessa di scherma reggiana. «Ci ho sempre tenuto a non tralasciare le altre cose della mia vita come il lavoro, il mio moroso, i miei amici e soprattutto la mia famiglia – sottolinea –. Penso che per uno sportivo sia fondamentale non avere solo lo sport poiché, appunto, nello sport ci sono momenti molto difficili e pesanti per i quali è fondamentale avere qualcos’altro, che possono essere affetti o impegni, i quali aiutano a distrarsi e a rendere poi molto di più nell’attività sportiva». E ancora: «Dopo molti anni la passione è rimasta la stessa, a volte me ne sorprendo anch’io. È qualcosa che nel corso del tempo si evolve: all’inizio magari era più fresca, individuale o puntata anche solo al risultato agonistico, ora, invece, molta di quella che è la passione mi arriva dai miei allenatori e dai miei compagni di scherma, che mi aiutano a trovare la voglia quando manca o quando ho una giornata no. Secondo me è fondamentale avere gente intorno a sé che ti dia della positività, dell’energia e della passione che è in generale il motore nella vita».

La Coppa del mondo

Marta Ferrari ha affrontato molte gare, ottenendo numerosi risultati. «Quello di cui vado più fiera è stato la mia prima finale in Coppa del mondo a Budapest e, assieme a questo, tutte le altre finali in Coppa del mondo. Sono state particolarmente importanti, inoltre, anche la vittoria agli europei e ai campionati italiani». «Il traguardo però che mi rende realmente più orgogliosa – chiarisce Ferrari – è il fatto di aver fatto scherma e di aver tramutato la mia passione in un lavoro, e soprattutto di averlo fatto per tantissimo tempo. Non so quanti anni ancora avrò davanti ma, nonostante ciò, essere riuscita ad essere una professionista ad alto livello per così tanti anni mi rende molto fiera. Come ho già detto, questa è sempre stata la mia passione, che mi ha portata a viaggiare in tutto il mondo e a conoscere tantissime persone che mi hanno lasciato ricordi che avrò per tutta la vita». Ma la schermitrice reggiana, come ci confida, non ha ancora raggiunto tutti i suoi obbiettivi. «Il traguardo a cui vorrei arrivare è quello di riuscire in qualche modo a restituire tutto quello che io ho avuto e far sì che altre persone possano avere la mia stessa fortuna, ovvero una società e degli allenatori fantastici». l

*Studente del liceo

Ariosto-Spallanzani