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Zona stazione, il presidio sanitario si farà ma in via Paradisi. Rifiuti, arrivano le foto-trappole contro l’abbandono

Massimo Sesena
Zona stazione, il presidio sanitario si farà ma in via Paradisi. Rifiuti,  arrivano le foto-trappole contro l’abbandono

Le strategie del Comune da affiancare all’arrivo dell’Esercito nella zona più critica della città

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Reggio Emilia Sarà stato l’annuncio rassicurante di Benedetta Fiorini circa l’arrivo dell’Esercito, o forse quel filo di razzismo strisciante che colloca da sempre i tossici un mezzo gradino sopra gli zingari. Di fatto il presidio socio-sanitario che doveva sorgere nello spazio di Rfi compreso tra via Eritrea e i binari della stazione storica evidentemente, prima ancora di materializzarsi, ha spaventato tutti: i cittadini dei diversi comitati di zona, ma anche qualche attore istituzionale del tavolo Stazione In. Peccato perché era – almeno sulla carta – l’unica risposta nuova rispetto a tanti vecchi esperimenti già falliti.

Il presidio trasloca già

Ma dal Comune fanno sapere che questo progetto non sparirà come del resto non sta certo sparendo il preoccupante fenomeno dei finestrini delle auto presi a sassate. Semmai, seguendo l’esodo dei consumatori di crack le auto vandalizzate che settimane fa si trovavano in via Alai o via Ceva, adesso si trovano più a est, dall’altra parte della via Emilia, tra via Melato e dintorni. Il presidio socio-sanitario per le circa 200 persone – censite dai servizi del Comune nei mesi scorsi – che rappresentano la cosiddetta grande marginalità adulta, si farà ma... in via Paradisi, altro grande quadrante della zona stazione su cui il Comune ha in cantiere un profondo processo di riqualificazione. In via Paradisi sorgerà – già concordata con l’Ausl e con la Coop sociale Papa Giovanni XXIII i cui volontari sono da tempo in campo nella zona stazione – una moderna versione dei centri bassa soglia, che negli anni del boom del consumo di eroina si erano diffusi secondo il principio della riduzione del danno. Funzionerà? Chi può dirlo, prima che tutto abbia inizio? Di certo, quel presidio che doveva sorgere in via Eritrea era parte di un progetto che metteva insieme la risposta securitaria dell’esercito, e un potenziamento degli interventi per il decoro e la cura dell’intera zona. A cominciare dalla lotta alle... discariche a cielo aperto che da via Eritrea a via Turri sono ormai diventate una piaga.

Ostaggi dei rifiuti

L’assessore alla cura dei quartieri, Davide Prandi ha fissato un obiettivo temporale: entro fine aprile, far decollare definitivamente il piano per ripulire la zona della stazione dall’abbandono selvaggio di rifiuti ingombranti e dalle concrete minacce al decoro che finiscono per creare anche i sacchi della spazzatura abbandonati lungo la via o comunque lontano dai cassonetti e dalle isole ecologiche dedicate. Invero, una parte di questo piano, quello dell’aumento del numero degli interventi – giornalieri e anche più volte in un giorno – per la pulizia e la raccolta dei rifiuti è già partito da settimane e con esiti ... preoccupanti, almeno sul fronte della raccolta dei rifiuti ingombranti. «Quello della raccolta dei rifiuti ingombranti – spiega l’assessore Prandi – è un servizio che Iren garantisce in tutta la città, è gratuito previa prenotazione dell’intervento. Il fatto che in quella zona noi abbiamo cominciato, senza che nessuno ci chiamasse o si prenotasse con Iren, a intervenire con cadenza giornaliera, ha finito per avere un effetto moltiplicatore dei rifiuti abbandonati da coloro che sanno che... tanto Iren prima di sera passa e porta via. E questo fenomeno, abbiamo appurato, ha portato anche i cittadini di altre zone a utilizzare angoli della zona stazione per abbandonare i loro rifiuti ingombranti». Il punto, oggi è: come si esce da questo cul de sac ? «Di certo – sottolinea Prandi – non possiamo interrompere di colpo la raccolta. Ma possiamo individuare e sanzionare chi se ne approfitta».

E questa è la seconda parte del piano: i controlli e le sanzioni: «Attualmente disponiamo di sei accertatori, a cui vogliamo aggiungere già nei prossimi giorni alcuni gruppi delle Guardie ecologiche volontarie a cui diamo la potestà di accertare e sanzionare tutte le violazioni». In aiuto di questi accertatori Iren e delle guardie ecologiche, arriveranno poi anche i componenti dei due nuovi Gruppi di controllo di vicinato che proprio giovedì sera il sindaco Marco Massari terrà a battesimo, indicando cosa ci si attende da questi residenti chiamati ad azioni di responsabilità per partecipare a far rinascere una zona da troppo tempo agonizzante. E a proposito di controllo del vicinato, a supporto arriverà anche la tecnologia con l’installazione di foto-trappole già sperimentate in altre circostanze, anche a Reggio, e che sono fondamentali per cogliere sul fatto chi – il più delle volte di notte – abbandona i rifiuti dove non dovrebbe. Di queste sei foto-trappole, il piano prevede che tre siano fisse e tre siano invece mobili. l © RIPRODUZIONE RISERVATA