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Il caso

Reggio Emilia: denunciati 9 attivisti del Bosco Ospizio

Reggio Emilia: denunciati 9 attivisti del Bosco Ospizio

Per la protesta di febbraio contro il Conad

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Reggio Emilia Nove cittadini reggiani – studenti, lavoratori e pensionati dai 25 ai 77 anni – hanno ricevuto la notifica dell'avvio di indagini nei loro confronti per tre reati: violenza privata, invasione aggravata e danneggiamento in concorso. Questo per aver bloccato, il 25 febbraio scorso, i lavori di sfalcio preliminari alla costruzione del nuovo supermercato Conad che deve sorgere nel quartiere di Ospizio. Gli attivisti erano entrati nell’area boschiva durante l’avvio dei primi lavori, limitandosi a sedersi di fronte al trattore per impedire il taglio della vegetazione. Un provvedimento che i membri dell’Assemblea sorta per difendere il bosco ritengono sproporzionato, considerato che l’azione si è svolta in modo rigorosamente nonviolento, senza creare situazioni di conflitto o disordine pubblico. «Sembra incredibile: a Reggio Emilia, cittadini che da mesi sono attivi per proporre un’idea diversa e più sostenibile di città si vedono trattare come delinquenti. Querelare per un’azione nonviolenta, messa in pratica per la difesa di un’importante area verde, significa voler ignorare il valore civico di questa lotta». «Abbiamo cercato più volte un contatto con Conad, ma non abbiamo mai ricevuto risposta», sottolineano i membri dell’Assemblea del Bosco – Tutti i passaggi istituzionali fatti ci hanno lasciato senza risposte, anche se la mozione ha ricevuto un ampio sostegno popolare, con la petizione lanciata su Change.org che a oggi ha superato le 40mila adesioni». Nei prossimi giorni l’Assemblea attiverà una campagna di crowdfunding per sostenere le spese legali delle persone denunciate e darà vita a un presidio accanto al bosco, a partire da sabato mattina, che vorrà essere sia punto informativo che spazio di aggregazione. «Abbiamo bisogno del sostegno di tutta la cittadinanza – dichiara l’Assemblea – Nonostante queste querele siano un preoccupante segnale della volontà da parte di Conad di silenziare la protesta, continuiamo a chiedere un incontro pubblico. Queste querele sono quanto di più distante possa esserci dalle policy di vicinanza al territorio di cui Conad si fa portatrice. Crediamo che sia possibile salvare il bosco, ma solo con la volontà di tutte le parti in causa». l © RIPRODUZIONE RISERVATA