Nasce l’Officina di cure popolari
Gli spazi di aiuto e consulenza per chi ha necessità: «Forniamo assistenza per esercitare il diritto alla salute»
Reggio Emilia Uno “spazio curante”, i cui vantaggi possono essere molteplici: dall’assistenza a chi ha difficoltà nell’utilizzo dello Spid, ma anche nei confronti di chi si imbatte in liste d’attesa infinite.
È l’Officina di cura popolare, presentata ieri pomeriggio a Casa Bettola dalla psicologa Valentina Barbieri e dall’ostetrica e consulente sessuale Giulia Ranzani. L’Officina è composta d a un gruppo di attiviste degli spazi sociali, operatrici sanitarie, professioniste della salute. L’inizio del percorso affonda le radici durante l’occupazione degli ex poliambulatori di via Monte San Michele, dove nel corso d i un’assemblea cittadina molto partecipata si era manifestata la necessità di «costruire una nuova pratica di conquista dei diritti in città», dicono gli attivisti.
«Da anni assistiamo alla riduzione dei servizi di prossimità e al depotenziamento delle prestazioni offerte, soprattutto dei centri di salute mentale e dei consultori - afferma la psicologa Valentina Barbieri -. Siamo sempre più lasciati soli: è una solitudine che si fa macigno quando si sta male, quando non si trovano le risposte. Vogliamo scalfire questa solitudine tramite l’empatia propria del senso di comunità, così disincentivata dall’individualismo delle scelte politiche. La continua riorganizzazione dei servizi sociosanitari va spesso a scapito dei cittadini, non sempre funziona la comunicazione tra servizio e bisogno, per cui risulta difficile capire dove e a chi rivolgersi. Per questo vogliamo sperimentare uno “spazio curante”, laico, accogliente, non giudicante, per far emergere il bisogno di salute della nostra comunità. Uno spazio autogestito che non si sostituisce ai servizi territoriali».
«Siamo a disposizione delle persone in difficoltà, delle più marginalizzate e meno tutelate per superare gli ostacoli nel fruire del diritto alla cura - rimarca la consulente Giulia Ranzani -. L’accesso all’Officina di cura popolare è libero e gratuito. Oltre allo sportello di orientamento ai servizi territoriali sociosanitari esistenti, saranno aperti due sportelli di supporto e ascolto sulla salute sessuale e salute riproduttive e sulla salute psicologica e relazionale. L’officina di cura popolare è un progetto politico che vuole fare inchiesta sui bisogno di salute: verranno dunque raccolti dati in questo senso».
Chi si vuole rivolgere all’Officina può raggiungere Casa Bettola dalle 18 alle 20 , il 10 e 17 aprile, l’8 e il 22 maggio, il 5 e il 19 giugno, il 3 luglio. Poi si riprenderà a settembre. Chi verrà qui troverà due attiviste o infermiere che accoglieranno chi si rivolgerà allo sportello. L’assemblea discuterà casi che si sono presentati. Si accoglie la persona con il triage a partire dalla storia di vita e dal bisogno di salute portati.
Tutti contribuiranno a definire la forma dell’iniziativa. L’Officina è stata presentata ieri, 5 aprile, giornata internazionale contro la commercializzazione della salute. Un messaggio ancora più forte dopo il via libera al decreto sicurezza.
Ieri pomeriggio la presentazione si è conclusa con un aperitivo con protagonista la musica delle Power Sistah e la visita agli spazi disponibili: la stanza per l’accoglienza e in cui ambientare gli sportelli.