Reggio Emilia, studente aggredito e derubato prima della gita: «Doveva essere una festa, è stato un incubo»
E’ successo in piazzale Marconi: a un diciottenne hanno strappato le collanine d’oro dal collo. La madre: «Non è più sicuro girare da soli»
Reggio Emilia «Mio figlio aspettava la gita scolastica da un anno. Doveva essere una giornata allegra, invece è stata un disastro». A parlare è una barista 40enne, madre di uno studente che frequenta la quinta superiore di un istituto cittadino. Lo studente diciottenne, mentre raggiungeva la sua classe nella stazione ferroviaria storica per partire in gita, è stato aggredito da due sconosciuti che lo hanno rapinato delle due collane d’oro che indossava. È accaduto giovedì scorso alle 14.15 in piazzale Marconi. «Mio figlio doveva raggiungere le insegnanti e i compagni di scuola, che erano già all’interno della stazione: dovevano prendere il treno delle 14.45 per Riccione, dove rimarranno due giorni», racconta la madre. Il giovane, appena uscito dal sottopasso di viale Europa, si è fermato qualche minuto per vedere se c’erano i suoi amici. «Era solo e si guardava intorno: forse per questo è stato preso di mira». Difatti due giovani – descritti come nordafricani, robusti di corporatura, parlanti un buon italiano – lo hanno abbordato con delle scuse: prima gli hanno chiesto se avesse un accendino («non ce l’ho, non fumo»), poi hanno domandato un’informazione sull’orario di un treno («non ne ho idea»). Si trattava di espedienti per distrarre il malcapitato e passare all’azione: all’improvviso uno ha allungato le mani e ha strappato le collanine d’oro che lo studente indossava, mentre l’altro puntava alla valigia.
«Mio figlio si è messo sulla difensiva: accorgendosi che il complice osservava con insistenza la valigia, con una mano l’ha tenuta stretta senza mai mollarla e con l’altra ha controllato il cellulare e il portafoglio che aveva nella tasca anteriore dei pantaloni». Un timore infondato perché i due malviventi si sono accontentati dell’oro e si sono allontanati senza pretendere nient’altro. «Quelle collanine hanno un valore economico minimo, avevano più che altro un valore affettivo: erano un regalo dei nonni per il battesimo, le portava da sempre». Lo studente si è spaventato ed è corso all’interno della stazione, telefonando subito alla mamma, che a sua volta ha telefonato ai professori. «Mio figlio era agitato, gli ho proposto di andarlo a prendere ma a quel punto era arrivato il treno e lui voleva partire – dice la mamma – Ieri mattina mi sono recata dai carabinieri per sporgere denuncia, ma poiché è maggiorenne (ha compiuto gli anni di recente) dev’essere presente lui, che li ha descritti e sarebbe in grado di riconoscerli. Al Comando carabinieri di corso Cairoli ci aspettano domenica per la denuncia. Un passo doveroso, anche se so che quelle collanine ricordo non le rivedremo mai più». Purtroppo la sfortuna ha voluto ha voluto che, quando è successo l’episodio, non ci fossero nei dintorni pattuglie di forze dell’ordine né testimoni. «L’unica speranza sono le telecamere: speriamo che il sistema di videosorveglianza, molto presente nell’area, abbia filmato i responsabili». Resta forte la preoccupazione dei genitori. «Mio figlio è a Reggio tutto il giorno, per la scuola e per lo sport agonistico che pratica. Ora non sono più tranquilla, nel saperlo in giro da solo – conclude la mamma – C’è da aver paura: non si può essere aggrediti e derubati in pieno giorno. Questa città non è più sicura soprattutto per i giovani». © RIPRODUZIONE RISERVATA