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Il censimento

Boom di uso crack a Reggio Emilia: sta soppiantando l’eroina

Massimo Sesena
Boom di uso crack a Reggio Emilia: sta soppiantando l’eroina

La mappatura dell’Ausl e del Comune: 119 persone seguite, il 39% sono italiani, il 26% dice che vive lì per cercare riparo dal freddo o dalla pioggia

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 Reggio Emilia Quando, probabilmente dopo Pasqua, aprirà in via Paradisi il presidio socio-sanitario che avrebbe dovuto vedere la luce in via Eritrea, ma è stato spinto a forza più a Est dalle proteste dei residenti e dagli stessi attori del tavolo “Stazione In” (che finora, per la verità potrebbe chiamarsi “Stazione Out”, a giudicare dal numero di no che ha snocciolato in poche settimane di vita, ma tant’é...) gli operatori dell’Ausl, dei servizi sociali del Comune e della Comunità Papa Giovanni XXIII non partiranno da zero. Ad esempio potrà contare su una messe di dati che testimoniano l’exploit del crack tra i tossicodipendenti che bazzicano in stazione e spesso si rendono protagonisti di reati alla ricerca dei soldi per farsi una pippata.

Il censimento

Il presidio – giova ricordarlo – costituisce un anticipo di Centro Servizi dedicato alla grande emarginazione adulta che – finanziato dal Pnrr – dovrà sorgere entro la fine del 2025 nella zona di via Kennedy. Un pezzo di quel centro servizi troverà casa in via Paradisi, entro fine mese. Nella zona della stazione, i servizi comunali e quelli dell’Ausl, assieme agli operatori delle cooperative sociali che si sono aggiudicati il bando hanno da tempo iniziato una mappatura e hanno addirittura un numero delle persone che, vivendo nella zona della stazione sono in contatto con le strutture comunali: sono 119, l’83% sono uomini, la fascia d’età più rappresentata è quella che va tra i 25 e i 44 anni, in mezzo a questa ipotetica piramide ci stanno i giovani con meno di 24 anni, mentre la parte più residuale di questa fauna è composta da persone di età compresa tra i 45 e i 64 anni.

Da dove arrivano

Il dato più clamoroso di questa sorta di censimento che andrà a costituire la base di tutte le prossime azioni è comunque un altro: delle 119 persone “intercettate” dai servizi comunali, il 39% sono cittadini italiani.  L’altro dato interessante, ricavato sempre dal quotidiano lavoro degli operatori sociali del Comune riguarda il modo in cui le persone con cui gli operatori sono venuti in contatto, vivono la zona della stazione. Solo il 26% ha risposto che lì ci vive, cercando di volta in volta un riparo dal freddo e dalla pioggia.

Il dossier crack

Dati, questi, che trovano conferma anche da un’altra ricerca, quella condotta dagli operatori della “Papa Giovanni XXIII” attraverso questionari rivolti a queste persone che vengono in contatto con gli operatori delle Unità di strada che, va detto, non hanno mai abbandonato quella che oggi è certamente la zona più problematica di Reggio. E su un dato, in particolare, tutti coloro che si sono in questi mesi avvicinati alle problematiche della zona stazione, hanno trovato un comune denominatore nella crescente diffusione del crack, il cui spaccio si è a poco a poco spostato dall’area delle ex Reggiane fino a piazzale Marconi e dintorni. Di più: grazie ai dati sulla loro attività, perlopiù focalizzata sulla riduzione del danno, gli operatori della Papa Giovanni possono certificare che il crack è oggi la droga emergente rispetto all’eroina. E a dirlo sono indicatori come i numeri legati al materiale che viene quotidianamente distribuito ai tossicodipendenti che vivono in zona o frequentano quelle strade, proprio allo scopo di incrociare gli spacciatori. Ebbene, nell’ultimo anno è sensibilmente diminuito il numero di siringhe monouso sterili distribuite dagli operatori, mentre è aumentato il numero di pezzi di stagnola e di pipe, due strumenti fondamentali per chi si faccia di crack.

Per quanto riguarda l’azione della “Papa Giovanni” in zona stazione, nel 2022 erano state consegnate in media 22 pipe al mese che poi sono diventate 451 distribuite complessivamente nel 2023, a fronte di 440 siringhe distribuite nello stesso anno. Il 2024 è stato l’anno dell’exploit del crack che ha surclassato l’eroina, se è vero che le siringhe distribuite nei 12 mesi sono state in tutto 263, mentre le pipe – al ritmo di una al mese per consumatore – sono arrivate a fine anno ad essere ben 761. «La distribuzione delle pipe – spiega Stefano Codeluppi , responsabile dell’Unità di strada della Comunità Papa Giovanni XXIII – è stata attuata per la prima volta in via sperimentale tra il 2020 e il 2021, e in quel caso si è trattato di una distribuzione a pioggia. Poi, a cominciare dal 2023 abbiamo attuato una distribuzione mirata, al singolo consumato, al ritmo di una pipa al mese. Si tratta di pipe che, attraverso bocchini personali e garze per sterilizzare il tutto riducono il rischio di infezioni per coloro che ne fanno uso».l © RIPRODUZIONE RISERVATA