Dg Service di Calerno: con Di Tinco in carcere, tutti licenziati i 15 dipendenti
La società di Calerno verso il fallimento. Si muove la Cgil per i dipendenti
Sant’Ilario d’Enza Si sono rivolti alla Cgil in diversi tra lavoratrici e lavoratori della DG Service di Calerno, ditta che operava nel settore del noleggio furgoni, piattaforme ed escavatori che occupava fino al 2024 circa 25 dipendenti, e che dal 31 marzo scorso, a seguito delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex amministratore unico Giambattista Di Tinco, ha portato al licenziamento dei 15 dipendenti rimasti in forza e si muove ora verso il fallimento. Lo spiega la Filcams Cgil provinciale dopo aver svolto nella giornata di ieri un’assemblea con gli ex dipendenti presso la Camera del Lavoro di Sant’Ilario D’Enza per approfondire i problemi emersi a seguito della crisi e attivarsi per recuperare i crediti vantati nei confronti dell'azienda.
«La DG Service non era un'azienda sindacalizzata e non aveva delegati – sottolinea la Filcams - pertanto, sollecitati dagli stessi lavoratori oggi licenziati, abbiamo ricostruito con loro la situazione, naturalmente per la parte di nostra competenza». «Lasciamo che la Guardia di finanza e la Procura svolgano il loro lavoro, noi facciamo il nostro, offriamo tutela alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti e che dovranno attivarsi per recuperare quanto a loro dovuto poiché a seguito del sequestro di tutti i conti correnti non hanno percepito l'ultima retribuzione con le ultime spettanze e il Tfr – spiega Marika Todaro della Filcams - Nel corso dell’assemblea abbiamo ribadito che saremo al loro fianco perché “vittime” di questa vicenda, ma abbiamo sottolineato che, se dovesse emergere un coinvolgimento anche degli ex dipendenti a qualsiasi titolo, il nostro Statuto ci impedirà di tutelarli». La Cgil infatti nel proprio Statuto sostiene i valori e i principi di legalità e contrasta con ogni mezzo le associazioni mafiose. «Questa vicenda, comunque andrà a finire, - conclude il sindacato – ci racconta ancora un esempio di illegalità che colpisce in maniera indiretta anche la parte sana della società. Durante l'assemblea abbiamo colto l’occasione per invitare tutti i presenti a collaborare, per quello che può esser utile, con la giustizia».