Gazzetta di Reggio

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L’intervista al responsabile marketing di Bacchi Spa

Chiurato: «La casa del futuro si adatta alle esigenze di chi ci abita»

Nicolò Bertoni, Davide Basso e Salvatore Rizzo*
Chiurato: «La casa del futuro si adatta alle esigenze di chi ci abita»

«L’innovazione oggi non riguarda tanto i materiali in sé, quanto i sistemi e i metodi di costruzione. È necessario un cambiamento di mentalità nel modo in cui si progetta e si realizza un edificio»

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Vittorio Chiurato, responsabile marketing e comunicazione per l'azienda Bacchi Spa, in che modo comunicate il valore dei vostri prodotti ai clienti, soprattutto in termini di qualità e innovazione?

«Utilizziamo diversi canali, a seconda delle preferenze dei nostri interlocutori. Abbiamo materiali cartacei come listini, cataloghi e brochure tecniche specifiche per le diverse applicazioni dei materiali. Inoltre, puntiamo molto sulla comunicazione online attraverso il nostro sito web e altri portali specializzati. Qui i clienti possono trovare tutti i materiali di approfondimento, comprese le schede tecniche e le certificazioni necessarie».

Il settore dell’edilizia è noto per la sua lentezza nell’adottare innovazioni. Cosa si può considerare davvero innovativo oggi, sia per i materiali che per i sistemi costruttivi?

«Concordo, il settore edilizio è tra quelli che più faticano a innovarsi. Tuttavia, negli ultimi anni i materiali hanno raggiunto livelli di eccellenza straordinari. L’innovazione oggi non riguarda tanto i materiali in sé, quanto i sistemi e i metodi di costruzione. È necessario un cambiamento di mentalità nel modo in cui si progetta e si realizza un edificio: non si deve più guardare solo all’estetica e alla solidità strutturale, ma anche ad aspetti come l’efficienza energetica, la salubrità degli ambienti e il comfort per chi vive negli edifici».

Quali sono le principali sfide di mercato in questo momento?

«La sfida più grande è proprio legata all’innovazione: riuscire a trasmettere i benefici dei nuovi materiali e sistemi agli operatori del settore. Chi lavora nell’edilizia tende a fidarsi delle soluzioni tradizionali e consolidate, mentre spesso guarda con diffidenza le nuove tecnologie. Tuttavia, chi ha il coraggio di sperimentare soluzioni innovative difficilmente torna indietro, perché si rende conto dei vantaggi in termini di prestazioni e sostenibilità. Il nostro compito è quindi aiutare il mercato a superare questa resistenza al cambiamento».

Durante l’incontro in classe ha accennato al fatto che in un vostro prodotto edilizio utilizzate il lievito. Puoi spiegarci in che modo?

«Nel processo di produzione del gasbeton utilizziamo una sorta di “ricetta”, simile a quella di un impasto da forno, per andare a mescolare vari materiali come cemento, calce, acqua, sabbia silicea e un agente lievitante, che tradizionalmente è la pasta di alluminio. Questo agente, pur presente in piccole quantità, avvia una reazione chimica che genera bolle d’aria, dando al materiale la sua tipica struttura porosa. Abbiamo anche sperimentato l’uso del lievito di birra per ottenere lo stesso effetto, ma al momento non è ancora applicabile a livello industriale. Stiamo però continuando a perfezionare questa ricerca».

In che modo pensate che l’intelligenza artificiale possa essere utile nella progettazione edilizia?

«Un esempio concreto è il sistema Ekoru, che già utilizziamo. Solitamente riceviamo progetti architettonici già definiti e ci viene chiesto di costruirli con il nostro metodo. Il nostro software analizza il progetto e lo scompone in elementi che possiamo produrre in fabbrica. Al momento, questa tecnologia ha ancora bisogno del supporto di tecnici esperti, ma in futuro l’intelligenza artificiale potrebbe permettere al software di lavorare in maggiore autonomia, riducendo l’intervento umano solo alla verifica finale. Inoltre, l’IA potrebbe essere impiegata per eseguire complessi calcoli ingegneristici, come quelli relativi alla struttura e alle fondazioni, velocizzando il lavoro di progettazione».

Qual è la vostra idea di casa del futuro?

«Immaginiamo una casa progettata non solo per essere esteticamente bella ed efficiente dal punto di vista energetico, ma anche per garantire la salute e il benessere di chi la abita. Inoltre, pensiamo a edifici che possano evolvere nel tempo, adattandosi alle esigenze dei loro abitanti. Ad esempio, una casa costruita oggi dovrebbe essere strutturalmente duratura, ma al tempo stesso permettere aggiornamenti tecnologici senza interventi invasivi. Se tra vent’anni un nuovo sistema di riscaldamento sarà più efficiente, dovremmo poterlo integrare facilmente senza dover demolire parti dell’edificio. Lo stesso vale per la distribuzione degli spazi: le case del futuro dovrebbero consentire modifiche flessibili, permettendo di adattare gli ambienti senza dover ricorrere a ristrutturazioni complesse».l

*Studenti della 4ªC CAT dell’istituto Zanelli (ex Secchi)

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