Gazzetta di Reggio

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L’addio

«Ho travolto Alessandra: chiedo perdono a tutti»

Daniele Montanari
«Ho travolto Alessandra: chiedo perdono a tutti»

Scandiano: L’investitore in lacrime al funerale della volontaria 49enne Stefani

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Scandiano In lacrime, dall’inizio alla fine. In chiesa per il funerale, poi nel corteo che l’accompagnava al cimitero. E lì è scoppiato in un singhiozzo nell’abbraccio al fratello della vittima, a cui ha chiesto ancora una volta scusa.


Ieri, sabato 12 aprile, a Casola di Montefiorino (Mo) è accaduta una cosa che ha colpito tutti al cuore: al funerale di Alessandra Stefani è venuto anche il giovane che guidava il camion che l’ha travolta in manovra. Straziato al pari della famiglia, di cui ha voluto condividere tutto il dolore dell’addio. «È il minimo che potessi fare» ha detto al termine mentre si allontanava, ancora con gli occhi rossi. Sempre con lo stesso dolore, ma con la consapevolezza della comprensione e del perdono arrivato dalla famiglia.

L’incidente è quello accaduto giovedì verso le 7.40 a Scandiano, lungo il camminamento della zona sportiva. Mentre stava effettuando una retromarcia, il camion ha travolto Alessandra, 49 anni, che stava rientrando dopo aver portato il figlio a scuola. Non è ancora chiaro (indaga la polizia locale dell’Unione Tresinaro Secchia) se indossasse le cuffie, e per questo non abbia sentito l’avviso sonoro della retromarcia. Ma è da accertare anche se l’avviso ha funzionato regolarmente. L’impatto è stato terribile: Alessandra, nata a Montefiorino ma da tempo residente a Rondinara, madre di un bimbo di 10 anni, è morta sul colpo.

Era molto conosciuta e amata, anche per la sua attività rugbistica a Formigine, e ieri si sono presentati in più di 200 a Casola per l’ultimo saluto, tanto che la chiesa non è bastata a contenere la folla. C’erano le ex compagne di squadra, c’era la Croce Rossa di Scandiano, di cui Alessandra faceva parte dal 2021. Sono stati i volontari a portare a spalla la bara dal carro funebre all’ingresso. C’era anche il sindaco Maurizio Paladini. E c’erano tanti amici e amiche di lei e della famiglia, molto conosciuta anche per la Stefani srl, ditta di autotrasporti nota a livello internazionale.

A celebrare, don Sebastiano Simonitto, che ha avuto parole di grande affetto: «Lei faceva parte della Croce Rossa, e quanto amore ha donato. Cara Alessandra, ti diciamo: vai in pace, il bene che hai compiuto rimane scritto nella mano di Dio. E tornerà moltiplicato. Al nostro fratello, qui presente, che non riesce a darsi pace per l’accaduto, diciamo: “Succede nella vita di fare errori, è umano sbagliare”».

Chiamandolo “fratello”, il parroco ha fatto riferimento al giovane investitore, rimasto per tutta la messa in piedi, con solo un maglione addosso, nonostante il freddo. Era venuto anche venerdì alla camera ardente, scoppiando in pianto e dicendo a Giuseppe, il padre di Alessandra: «Io vi ho rovinato la vita, vi ho rovinato la vita!». E lui, pur nello strazio, l’ha consolato dicendogli: «Non hai fatto apposta».

Ieri il giovane ha incontrato al cimitero Mario, il fratello di Alessandra, che l’ha abbracciato mentre lui è scoppiato in singhiozzi dicendo: «Mi dispiace, mi dispiace tanto. Io non l’ho vista. Ho sempre quel pensiero, ci penso sempre... Non l’ho vista». «Era destino che andasse così, stai tranquillo – gli ha detto Mario – io ho una ditta di autotrasporti e so che queste cose possono succedere nel nostro lavoro. Non hai fatto apposta». Il ragazzo non se n’è andato dal cimitero finché non è stata completata la sepoltura. «Non doveva capitare, ma è capitato – ha detto nell’uscire ancora con gli occhi rossi – il minimo che potessi fare era venire qui oggi». l

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