Gazzetta di Reggio

Reggio

Il progetto baskin nato al Motti «Pallacanestro oltre le differenze»

Souad Boukal e Sara Marckja*
Il progetto baskin nato al Motti «Pallacanestro oltre le differenze»

Uno sport aperto a tutti senza alcuna esclusione

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Nata come proposta del gruppo sportivo scolastico dell’istituto “Angelo Motti” nel 2018, grazie ad un’idea dei professori Claudio Attolini e Mauro Fragale, l’attività pomeridiana di baskin ha subito un’interruzione a causa dalla pandemia ed è riuscita a proseguire grazie all’impegno di due allenatori (inizialmente giocatori), Alessio Montanari e Nicoló Manini, che hanno dedicato tempo, passione e dedizione per portare avanti questo progetto nella palestra del Basket 2000. Il percorso è iniziato con un gruppo ridotto di circa 10-15 partecipanti, ma ben presto ha visto un’espansione significativa, arrivando a coinvolgere circa 45-50 persone e riuscendo a creare due squadre di fasce d’età diverse.

Inclusività e unità

I fondi raccolti permettono di coprire le spese per le trasferte, consentendo dunque ai giocatori di partecipare a eventi sportivi e competizioni anche al di fuori della nostra provincia, ma anche di acquistare materiale sportivo, come nuovi canestri, per migliorare la qualità degli allenamenti, e realizzare indumenti personalizzati per i membri della squadra. Questo sport è aperto a tutti, senza alcuna esclusione, poiché il suo scopo principale è quello di essere inclusivo. Chiunque può partecipare, indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiche o mentali: ragazze e ragazzi normodotati, persone con emiparesi, sindrome di Down, disturbi dello spettro autistico, persone in carrozzina, cieche o sorde. Il baskin promuove il valore dell’inclusività e quindi offre l’opportunità a tutti di essere parte di una squadra vera e propria, di avere un confronto con gli altri e di vivere lo sport come un piacere. «Trovo che giocare con persone con diverse abilità sia davvero bello perché ognuno partecipa in base alle proprie capacità e possibilità. È divertente stare insieme», racconta Mattia Grassi, membro della squadra.

Abilità differenti

La squadra cerca di spostarsi in modo compatto, sia agli allenamenti che alle competizioni, con i membri che dimostrano grande empatia verso chi non ha le stesse disponibilità economiche. Anche se i giocatori provengono da contesti diversi e possiedono abilità fisiche differenti, la squadra riesce ad adattarsi a queste diversità attraverso un sistema di regole ben precise che permettono a tutti di giocare e divertirsi, mettendo in risalto i punti di forza di ogni membro del gruppo. Ciascun giocatore è pienamente consapevole dei propri in punti di forza e dei propri limiti, che può sfruttare a suo favore, il che mantiene equilibrata la squadra, in cui la collaborazione e il rispetto reciproco sono sempre al primo posto. L’inclusività non è solo un valore teorico, ma è una realtà in cui ci si aspetta che tutti diano il massimo senza sentimenti di esclusione. Questo spirito di squadra è ciò che rende speciale il baskin.

«Uno sport normale»

«Penso che i benefici che il baskin mi dà sono gli stessi di un qualsiasi altro sport: mi aiuta a tenermi in forma e a mangiare sano. È importante considerare il baskin come uno sport normale e non come uno sport per ragazzi con problemi», sottolinea sempre Mattia Grassi. Il divertimento e la creazione di legami non si limitano esclusivamente all’interno della palestra, ma si estendono anche al di fuori di essa attraverso esperienze condivise e attività di gruppo. 

*Studentesse dell’istituto Motti

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