Reggio Emilia, sempre più anziani costretti a vendere casa in nuda proprietà per integrare la pensione
L’allarme di Confabitare: «Segno di una crisi che continua a colpire duramente la popolazione anziana»
Reggio Emilia Sempre più anziani nella provincia di Reggio Emilia decidono di vendere la propria abitazione in nuda proprietà per ottenere liquidità immediata, continuando però a viverci. A lanciare l’allarme è Stefania Soncini, presidente di Confabitare Reggio Emilia, che spiega: «È una scelta spesso obbligata, frutto di un sistema che sta diventando insostenibile per chi vive di pensione». Secondo l’associazione, si tratta soprattutto di over 70 senza eredi diretti o con legami familiari deboli, che cercano di integrare un assegno pensionistico che spesso supera di poco i 1.100 euro mensili, o che decidono di aiutare figli e nipoti, a loro volta colpiti dalla precarietà lavorativa e dall’aumento generalizzato dei costi della vita. Ma il fenomeno non si limita solo ai venditori.
«Abbiamo notato – continua Soncini – che anche il mercato delle aste immobiliari propone sempre più frequentemente vendite in nuda proprietà. Un segmento che attira anche acquirenti tra i 45 e i 54 anni: famiglie che investono sul lungo periodo per garantire un futuro ai figli, costruire una forma integrativa di rendita per la propria pensione o che, trovandosi in difficoltà ad accedere al mercato libero, vedono nella nuda proprietà un’alternativa interessante». Per Confabitare, il crescente ricorso alla vendita in nuda proprietà «è la fotografia di una crisi che continua a colpire duramente la popolazione anziana». Da qui l’appello: «Servono misure strutturali a favore della terza età e una riforma della fiscalità immobiliare».