«Bastava dire Scandiano, ti rispondevano: Corallo». Al posto della discoteca appartamenti
Bruno Bocedi, il fondatore di K-Rock, dj e grande protagonista: «Adesso è tutto cambiato, se qualcuno va in birreria poi non va in discoteca»
Scandiano La fine di un’era, di un luogo conosciuto ovunque. «Anche all’estero, bastava dire “Scandiano” e ti rispondevano: “Corallo”», ricorda Bruno Bocedi, il fondatore di K-Rock, dj e grande protagonista dei decenni dorati della discoteca scandianese. Tra qualche mese, tutto sarà finito. I titolari dello storico edificio all’incrocio con via della Rocca, proprio nel centro della cittadina, hanno annunciato la chiusura definitiva del locale, aperto nel 1951 da Guelfo Zambelli e portato avanti dal 1981 dai figli Giorgio e Zanni. Da anni si parlava dell’addio, della cessione dell’edificio e della sua demolizione, per trasformare lo spazio in un moderno fabbricato con parti commerciali e altre residenziali in uno dei punti più belli e pratici di Scandiano.
Ora, i timori sono realtà, con un vagone di memorie da raccogliere. Dai primi decenni di musica da ballo sino all’esplosione a inizio anni ‘80, quando partono le serate rock gestite dalla radio per eccellenza del mitico locale, K-Rock. Un’emittente amatissima, nata da una delle prime radio libere rock emiliane, MondoRadio, rimasta attiva sino a poco prima del Covid. Un primo congedo pubblicato è fissato per sabato 26 aprile, con una serata a ingresso gratuito che vedrà al centro proprio Bocedi. «Sarà un grande momento di saluto, e probabilmente faremo anche un’altra festa, sempre a breve, dobbiamo ancora decidere. Cosa farò in futuro? Non lo so ancora, potrebbero esserci delle opzioni ma non ci ho pensato, questa è davvero la fine di una parte importantissima della mia vita», racconta Bocedi. E non esagera. Lui, scandianese doc, ha mandato avanti K-Rock e le notti al Corallo, assieme allo storico socio Fausto Sassi, sempre rimanendo ancorato al suo luogo natale. Tra il Corallo e la sede di K-Rock vi sono alcune decine di metri di distanza, non di più, e «all’epoca io abitavo in centro, a due passi da lì, facevo tutto da lì, potevo scendere in ciabatte», sorride.
Il pensiero torna all’inizio degli anni ’80, «l’esplosione grazie al boom della musica new wave – ricorda Bocedi –. Abbiamo iniziato a fare serate con musica rock che hanno ottenuto sempre più attenzione e successo in un periodo davvero fertile della musica e delle discoteche. Nella nostra zona ce n’erano tante. Il Corallo era sempre frequentato, sia per i concerti che per ballare rock. E poi abbiamo aggiunto la musica da ballo, piacevole, intelligente, ancora legata alla black music e per anni abbiamo fatto dei sabati strapieni, con tante ragazze», spiega il dj. «Adesso è tutto cambiato, se qualcuno va in birreria poi non va in discoteca, i modi di aggregazione sono cambiati e oltretutto una posizione così centrale come quella del Corallo, così utile per identificarlo, ora non permette di operare come si dovrebbe». Ora è il momento di pensare al congedo, tornando alle scalette storiche, e alle serate rock sempre concluse da “Easy”, versione dei Faith No More del classico di Lionel Richie. Così sarà, ancora una volta per l’evento di commiato: «Ci pensavo, l’ultima canzone del Corallo sarà “Easy”, non potrebbe essere diversamente», annuncia Bocedi. © RIPRODUZIONE RISERVATA