Il pranzo popolare al circolo Fenulli che rafforza il senso di comunità
Il presidente Vicini (Arci): «Siamo un riferimento nel quartiere»
Un pranzo al prezzo simbolico di 5 euro a persona per pensionati, lavoratori della zona e ragazzi del quartiere i cui genitori sono occupati nei luoghi di lavoro. È la proposta quotidiana del circolo Arci Fenulli, radicato nei quartieri popolari Canalina-Motti e Compagnoni. Abbiamo intervistato Mauro Vicini, presidente del circolo, che ci ha raccontato cosa rappresenta oggi questa realtà e come contribuisce a costruire un senso di comunità per vivere meglio insieme, supportare condizioni di disagio sociale e prevenire storie di emarginazione e povertà.
Vicini, può raccontarci come è nato il circolo, quando, e quali sono i suoi principali obiettivi oggi?
«Quella del circolo Arci Fenulli, costituito nel 1978 e diventato associazione nel 1989, è una storia che parla di un quartiere di case popolari nominato Canalina-Motti, poi sviluppato successivamente in Fenulli, abitato da reggiani e immigrati che vengono dal sud: per questo motivo, oggi, qui vivono reggiani di diverse origini. L’obiettivo principale è diventare un elemento fondante della comunità e riuscire a realizzare un luogo dove vivere bene, infatti il circolo non ha lo statuto di una semplice associazione ma ha le caratteristiche di un’associazione di comunità».
Quali sono le attività più importanti che organizzate?
«Sicuramente la collaborazione con le altre associazioni. Tutto ruota attorno alla nostra cucina – secondo me il nostro è uno dei posti in cui si mangia meglio in città – grazie ai volontari forniamo cibo a tutti, favorendo l’unione degli abitanti del quartiere. Grazie alla nostra cucina riusciamo ad ospitare il doposcuola e i campi estivi, formati da bambini di elementari o medie, ad un costo vantaggioso di 45 euro a settimana. Il circolo punta anche a far aumentare la capacità delle famiglie di intrattenere i propri figli che fanno fatica a trovare spazi in cui svolgere attività costruttive doposcuola».
Organizzate eventi speciali, magari con pasti a tema, durante l’anno?
«Tutte le settimane dal lunedì al venerdì abbiamo una mensa popolare dove le persone trovano un pranzo abbondante ad un prezzo simbolico di 5 euro. In questo modo abbiamo la possibilità di supportare coloro che hanno delle difficoltà economiche e, sulla base delle nostre valutazioni, alcune persone spesso le ospitiamo anche senza pagare. Così siamo diventati un punto di riferimento nel quartiere. All’inizio di aprile abbiamo fatto una nuova esperienza che chiamiamo “Cibo per tutti” a offerta libera con l'obiettivo di raccogliere risorse per poter pagare il campo estivo a bambini di famiglie non in grado di sostenerne il costo. In questa occasione abbiamo realizzato – utilizzando come base alimenti che ci sono stati donati dalla Caritas, Emporio Dora e Chiesa evangelica – pasti come gnocco abbinato ad un piatto tipico di uno dei Paesi delle cuoche volontarie che lavorano con noi».
Ci sono stati momenti toccanti o emozionanti legati alle vostre iniziative?
«I momenti toccanti sono quasi sempre presenti. Il fatto che, negli ultimi tre anni, bambini provenienti da 192 famiglie del quartiere abbiano usufruito di 380 servizi tra campi estivi e doposcuola rappresenta una grande soddisfazione. Un momento toccante ha riguardato un ragazzino che dopo avere frequentato un mese e mezzo il circolo ha iniziato a impegnarsi a scuola, ambiente dove si stava dimostrando poco maturo. Si è messo in pari con i suoi compagni di classe e questo ci ha fatto capire che la mancanza di proposte di servizi può essere alla base di tanti disagi dei più giovani. Il circolo diventa molto importante anche su questo fronte perché può essere uno dei luoghi che contribuisce a far crescere adeguatamente i bambini».
In che modo il circolo affronta gli sprechi alimentari?
«Abbiamo fatto alcune esperienze emblematiche. All'inizio dell'anno abbiamo ricevuto 350 kg di clementine dalla Caritas, che non si riuscivano a collocare, e noi in mezza giornata siamo riusciti a fare una cernita in modo da averne 280 kg pronte e i restanti 70 kg da riporre nel nostro “frigo sospeso”. Questo ci ha consentito di distribuire la frutta alle famiglie nel giro di pochi giorni. Sempre la Caritas ci diede 60 kg di spinaci e noi li abbiamo cotti in una mattina per preparare 40 kg di erbazzone».
Cosa ha spinto le persone a diventare volontari del circolo?
«Il nucleo di volontari che frequenta questo circolo è arrivato da un altro circolino vicino. Il tema del volontariato è complesso perché vediamo che ci sono meno volontari laddove non si riescono a costruire attività coinvolgenti. Il punto è come riuscire a coinvolgere le persone, a dare loro valore, mettendole nella condizione di imparare ad imparare».
Quali qualità sono fondamentali per essere un buon volontario al circolo?
«La voglia di mettere a disposizione le proprie competenze per un bene comune. Dal canto suo il circolo cerca di creare un ambiente in cui i volontari siano in grado di sviluppare i propri interessi e le proprie peculiarità».
*Studenti della 4ªC CAT dell’istituto Zanelli (ex Secchi)
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