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L’intervista

Esercito al debutto in zona stazione. Il questore: «Tre mesi per il bilancio»

Ambra Prati
Esercito al debutto in zona stazione. Il questore: «Tre mesi per il bilancio»

Tre militari, per ogni turno: «Potranno intervenire nell’immediatezza qualora sia necessario: ad esempio se assistono a una rapina, ma dovranno sempre chiedere l’ausilio delle forze dell’ordine competenti»

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Reggio Emilia I primi due contingenti dell’esercito in stazione hanno fatto il loro esordio oggi: dalle 13.30 all’1.30 tre militari, per ogni turno, assicureranno il presidio atteso da un anno e mezzo. «L’esercito potrà essere non dico la svolta ma un ulteriore aiuto all’interno di un contesto operativo difficile. Sicuramente è un segno di attenzione istituzionale», dichiara il questore Giuseppe Maggese.

In che luoghi si vedrà?
«Sarà pattugliata, in modo dinamico e non fisso, l’area circostante la stazione storica ferroviaria: via Turri, via Eritrea, viale IV Novembre, con la possibilità di “allargarsi” in caso di bisogno dall’altra parte dei binari, in piazzale Europa e vicino allo skate park di Santa Croce dove in passato qualche criticità si è manifestata. Questo sarà il raggio d’azione».
Quali sono le regole d’ingaggio?
«Si tratta di militari in servizio di pubblica sicurezza, che svolgeranno la loro funzione in stretto raccordo e sinergia con le forze dell’ordine istituzionali (polizia e carabinieri soprattutto) per quanto riguarda l’attività operativa. L’attività sarà di vigilanza. I militari potranno intervenire nell’immediatezza qualora sia necessario: ad esempio se assistono a una rapina o a un pestaggio interverranno, ma dovranno sempre in prima battuta chiedere l’ausilio delle forze dell’ordine competenti. Potranno identificare e fermare le persone, chiedendo contezza, con discrezionalità: è questo l’effetto precipuo, di deterrenza e di rassicurazione dei residenti, che hanno espresso più volte questa richiesta».
L’esperienza di altre città che hanno già l’esercito (come Modena o Parma) cosa insegna?
«Dipende dalle modalità di impiego perché in molte città i militari vengono usati in vigilanza fissa. All’esterno delle stazioni ferroviarie la funzione dell’esercito è simile alla presenza negli aeroporti: un ausilio».

Informazioni pratiche: quanti saranno i militari e che orari fanno?
«Tre militari per ogni turno, che durerà sei ore. Il presidio si inaugura alle 13.30 per finire all’1.30, per un totale di dodici ore. Al momento le fasce coperte sono quelle pomeridiane, serali e notturna. Questo però non significa che più avanti, in estate, si possa coprire per intero la notte: è ovvio che in luglio-agosto con la canicola alle 14 non circolerà nessuno, mentre in questa stagione si è ritenuto di garantire gli orari di maggior transito delle persone».

Il prefetto Maria Rita Cocciufa ha prorogato le zone rosse al 30 giugno. Perché?
«Zona rossa ed esercito è un combinato: la zona rossa era stata istituita in precedenza, ora l’esercito può implementare l’efficacia del decreto. I militari, in vigilanza continuativa e dinamica, potranno perseguire in maniera più specifica l’obiettivo della zona rossa che è quello di allontanare i soggetti già colpiti da divieto di dimora».

I cittadini cosa non possono chiedere all’esercito?

«I cittadini possono fare segnalazioni. I colleghi valuteranno se intervenire, se passare la segnalazione ad altre forze di polizia o non dare alcun seguito: ad esempio sui rifiuti non sono competenti».

Vuole aggiungere altro?

«Se n’è parlato abbastanza. Bisogna anche dare il tempo a questi giovani di ambientarsi, di capire, di conoscere il territorio. Rilevo che, prima di valutare l’impatto, occorrerà un arco di tempo congruo; ci vorrà almeno un trimestre, a fine giugno potremo tracciare un bilancio».  © RIPRODUZIONE RISERVATA