Altro che boulevard verso la Reggia: viale Umberto I devastato dalle buche
La situazione critica in cui si trova il viadotto blasonato, riqualificato soltanto nel 2022. E in via Daniele da Torricella è sparito un marciapiede
Reggio Emilia Se c’è una stagione ideale per il proliferare delle buche nelle strade dev’essere questa, almeno a giudicare dai piccoli e grandi crateri che affiorano tra una pioggia e l’altra in città. Negli anni scorsi, bande di volenterosi, armati di bombolette di vernice s’erano messi d’impegno a segnalate - e di fatto, mappare - le buche nell’asfalto. E quest’anno ci risiamo: anche se coloro che mettevano in guardia con cerchi fluorescenti gli automobilisti non sono entrati in azione, le buche spuntano ovunque.
Niente miracolo rosa
Niente blitz con le bombolette spay e niente miracolo del Giro. Quest’anno, infatti, il passaggio in quota - a Castelnovo Monti - del Giro d’Italia, rende improbabile il perpetrarsi del ciclico prodigio che la Carovana Rosa porta con sé quando passa dal capoluogo: appianando tutte le buche che si incontrano sul tragitto e trasformando chilometri di strada in panni da biliardo, perfetti per le ruote di Roglic, Landa e Ayuso. Quest’anno, con il Giro lontano, Reggio si conferma il paradiso delle buche.
Povero Boulevard
E democraticamente, le buche non guardano al "blasone" dei viadotti: si tratti di viali o vicoli, le buche vi si piazzano con tutta la loro capacità distruttrice. Ad esempio, fanno strame dell’asfalto di viale Umberto, arteria fresca di riqualificazione (le cronache narrano di cerimonie d’inaugurazione nel non lontano 2022) e oggi già simile a una strada sotto bombardamento. Il problema di certi "battesimi" è legato ai nomi che si scelgono per i "nuovi arrivati". Nomi che spesso celano delle inconfessabili aspettative chiuse a chiave nel cuore dei genitori. E questo non accade soltanto per i figli, ma anche per altre cose inanimate. Pensiamo all’intuizione di definire Reggio città delle persone e a quante volte questa autodefinizione è stata negli anni oggetto di scherno, sarcasmo e commenti al vetriolo. Più o meno la stessa sorte che potrebbe oggi toccare a una strada piena di buche profonde come pozzi artesiani che nella toponomastica si chiama Viale Umberto I, ma che in questi anni, per compiacere i progettisti del suo restyling, si è fregiato a più riprese del titolo di Boulevard, per il fatto che percorrendola verso sud porta diritti alla piccola Versailles, altro nome impegnativo per la riqualificata Reggia di Rivalta. Poi ci sono strade meno nobili e tuttavia nelle medesime condizioni di viale Umberto, come è il caso di viale Montegrappa, dove le buche e le crepe nelle strade non mancano. E se ci si sposta dal cuore della città verso la periferia, la situazione non migliora di certo.
Il marciapiede non c’è
È il caso di via Daniele da Torricella, nel quartiere del Buco del Signore dove ad avere la peggio sono più i pedoni che non gli automobilisti. E questo perché le piogge e anni di scarsa manutenzione hanno addirittura fatto sparire un marciapiede, almeno nella sua forma originale. Siamo in un quartiere che tiene insieme piccoli insediamenti industriali, eleganti residenze e servizi come supermercati e scuole. Quel moncone sconnesso di asfalto è proprio dalla parte scuole e ogni giorno, all’orario di uscita, e non mancano ogni giorno le proteste da parte di chi è costretto a veri e propri slalom magari con passeggini e bimbi a bordo degli stessi. La cosa è resa ancor più grave dal fatto che questo marciapiede, se fosse ancora come quando è stato costruito sarebbe di grande importanza perché permetterebbe ai pedoni che ci passano sopra di raggiungere la fermata dell’autobus, la scuola, i laboratori del centro professionale "Simonini" e alcuni esercizi commerciali di questo quartiere a cui manca solo un marciapiede. © RIPRODUZIONE RISERVATA